Virus sinciziale, ecco il piano anti-contagio: vaccino in gravidanza e meno ricoveri nei neonati. Cosa cambia dal 2025
L’introduzione del vaccino per le donne in gravidanza rappresenta quindi un passo avanti importante nella prevenzione integrata

Importanti novità si profilano all’orizzonte nella lotta contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), una delle principali cause di infezioni acute alle vie respiratorie, soprattutto nei soggetti più vulnerabili come neonati, anziani e persone immunocompromesse. Durante il Question Time alla Camera, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha annunciato che, a partire dalla stagione 2025-2026, accanto alla già prevista somministrazione di anticorpi monoclonali ai neonati, verrà introdotto anche un vaccino per le donne in gravidanza. «Questo garantirà una doppia protezione – ha spiegato Schillaci – rafforzando l’immunità dei bambini sin dai primi giorni di vita e tutelando contemporaneamente la salute delle madri».
Numeri preoccupanti ma in calo grazie alla prevenzione
Il ministro ha ricordato l’impatto del virus sinciziale sulla salute pubblica: ogni anno si stimano circa 290.000 contagi tra gli over 60, con 26.000 ricoveri ospedalieri e 1.800 decessi. Particolarmente colpita anche la fascia pediatrica, con circa 25.000 ricoveri tra i bambini sotto i 5 anni, che rappresentano quasi il 50% delle ospedalizzazioni respiratorie pediatriche. Tuttavia, le strategie preventive iniziano a dare risultati concreti. Schillaci ha citato il caso del Veneto, dove si è già osservata una riduzione del 74% dei ricoveri correlati al virus RSV. Ancora più significativo il calo dei trasferimenti in terapia intensiva, scesi dal 16% al 10%. «Questo dimostra – ha sottolineato – che le misure adottate funzionano e possono salvare vite».
50 milioni per l’immunizzazione dei neonati
Per affrontare con decisione l’emergenza sanitaria legata all’RSV, il Ministero della Salute ha stanziato 50 milioni di euro nell’ambito dell’Intesa sull’immunizzazione universale dei neonati, già firmata nei mesi scorsi. Si tratta di un investimento volto non solo a proteggere i più piccoli, ma anche a ridurre la pressione sugli ospedali e sul sistema sanitario, in particolare durante i picchi stagionali. «Stiamo facendo tutto il necessario – ha ribadito Schillaci – con fondi, con intese e con un aggiornamento costante della strategia vaccinale. Proteggere i più fragili è un imperativo morale. Il virus sinciziale ha colpito per troppo tempo. Ora abbiamo gli strumenti per fermarlo. E li useremo tutti». L’introduzione del vaccino per le donne in gravidanza rappresenta quindi un passo avanti importante nella prevenzione integrata, permettendo di proteggere i neonati ancor prima della nascita, riducendo drasticamente il rischio di complicazioni gravi nei primi mesi di vita. Una scelta che punta sulla prevenzione, sulla scienza e sull’impegno concreto per la salute pubblica.