Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Insulti e persino auguri di contrarre una malattia sono stati rivolti sui social network alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e alla sottosegretaria all’Interno, nonché deputata di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro. L’episodio, definito di “estrema gravità” dalla stessa esponente politica calabrese, ha portato Ferro a presentare formale denuncia alle autorità competenti.

Il post e i commenti offensivi

Secondo quanto riferito dalla sottosegretaria, tutto sarebbe nato da un suo post pubblicato in sostegno a Giorgia Meloni. “Avevo fatto un post pro Giorgia Meloni – spiega Ferro – e poi alcune persone mi hanno segnalato una serie di commenti con insulti e l’augurio di contrarre una malattia”. Le frasi, oltre a essere offensive, hanno colpito anche per il riferimento a patologie gravi, andando a ferire indirettamente chi combatte ogni giorno contro malattie come il cancro.

La condanna di Ferro

Wanda Ferro ha espresso tutto il suo sdegno per l’accaduto, sottolineando la gravità del linguaggio utilizzato: “Quando il linguaggio arriva a questi livelli – ha affermato – vuol dire che si offende anche quanti soffrono perché malati di cancro. Siamo al limite dell’inciviltà e dello squallore”. La deputata ha inoltre ribadito la necessità di contrastare ogni forma di odio e violenza verbale, specie sui social, luoghi in cui il dibattito politico dovrebbe restare nei limiti del rispetto reciproco.

La solidarietà di Roberto Occhiuto

"Augurare il male, nascondendosi dietro l'anonimato della rete, è un gesto da vigliacchi e incivili". Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

"Esprimo - aggiunge - la mia piena vicinanza al sottosegretario di Stato Wanda Ferro, bersaglio di un'aggressione vile e ingiustificabile sui social, dopo un post dedicato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla quale va ugualmente tutta la mia solidarietà per essere ancora una volta nel mirino di odiatori indegni di vivere in una comunità democratica. Riferimenti a malattie o, peggio, alla morte, non hanno nulla a che vedere con il legittimo confronto politico. Sono comportamenti che hanno un solo nome: attacchi vergognosi".