Ndrangheta e narcotraffico: il volto oscuro della Calabria globale
Dalle montagne dell’Aspromonte ai porti del Nord Europa, le cosche calabresi dominano il traffico internazionale di cocaina

La 'Ndrangheta calabrese, per anni sottovalutata rispetto a Cosa Nostra e alla Camorra, è oggi considerata l’organizzazione criminale più potente e radicata d’Europa. A differenza di altre mafie italiane, la 'Ndrangheta ha costruito il proprio potere su una struttura familiare rigida, basata su vincoli di sangue e segretezza assoluta. Questo l’ha resa impermeabile a infiltrazioni e tradimenti, permettendole di espandersi in silenzio e senza clamore. Lontano dai riflettori, ha saputo intessere relazioni con i cartelli sudamericani, diventando il principale snodo europeo del traffico internazionale di cocaina.
Il cuore delle operazioni resta in Calabria, dove paesi come San Luca, Platì, Gioia Tauro o Rosarno fungono da roccaforti. Ma il suo braccio operativo si estende ben oltre i confini regionali. Le indagini condotte negli ultimi anni hanno rivelato la presenza di cellule attive in Germania, Svizzera, Belgio, Canada e perfino in Australia. Non si tratta più di mafia “di paese”: la 'Ndrangheta è ormai una holding criminale globale, capace di gestire flussi di denaro, droga e violenza su scala mondiale.
Il controllo del narcotraffico internazionale
La forza economica della 'Ndrangheta deriva in larga parte dal traffico di stupefacenti. Secondo Europol, la mafia calabrese controlla oltre l'80% della cocaina che arriva in Europa. Questo dominio è frutto di alleanze consolidate con i cartelli colombiani, peruviani e messicani, con cui intrattiene rapporti diretti, senza intermediari. Il porto di Gioia Tauro, tra i più grandi del Mediterraneo, è uno snodo cruciale per l’ingresso della droga, nascosta in container provenienti dal Sud America.
Una volta giunta in Italia, la cocaina viene smistata in tutta Europa grazie a una rete efficiente, invisibile e ben organizzata. Le cosche reinvestono i profitti in attività legali – edilizia, ristorazione, turismo, grande distribuzione – riciclando miliardi di euro attraverso società di comodo e prestanome. Le indagini antimafia hanno scoperto come anche nei centri apparentemente più tranquilli del Nord Italia – come Reggio Emilia, Milano o Torino – operino clan calabresi legati ai cartelli della droga.
Il contrasto tra bellezza e criminalità
La Calabria è una terra di straordinaria bellezza, ricca di storia, cultura e tradizioni. Borghi come Pizzo, Tropea, Gerace o Scilla attraggono ogni anno visitatori da tutto il mondo con i loro panorami mozzafiato, i piatti tipici e un’ospitalità autentica. Tuttavia, dietro questa immagine da cartolina, si nasconde spesso una realtà molto diversa: quella di una presenza criminale pervasiva, che ha condizionato per decenni lo sviluppo economico e sociale del territorio.
Lo Stato, negli ultimi anni, ha intensificato la sua azione repressiva. Maxi-operazioni come "Rinascita-Scott" o "Crimine-Infinito" hanno portato all’arresto di centinaia di affiliati e alla luce rapporti tra cosche, politica e imprenditoria. Ma la lotta è ancora lunga. Liberare la Calabria dall’influenza della 'Ndrangheta significa anche restituire pienamente valore a una regione che ha tutto per rinascere: cultura, bellezza, e una popolazione che, nonostante tutto, non ha mai smesso di resistere.