Psc di Filandari, Artusa accusa un pastrocchio che favorisce pochi e danneggia il Comune
Il rappresentante della Lega Salvini Premier parla di conflitti di interesse, errori negli elaborati e riduzione delle aree edificabili
Francesco Artusa, esponente della Lega Salvini Premier, porta all’attenzione dei cittadini quello che definisce il grande pastrocchio del Piano strutturale comunale di Filandari. Il Psc, approvato lo scorso agosto con il consenso sia della maggioranza sia dell’opposizione, a distanza di mesi e dopo la pubblicazione all’albo comunale e sul Burc regionale avrebbe mostrato criticità rilevanti, emerse solo successivamente.
Conflitti di interesse e votazioni contestate
Secondo Artusa, il piano favorirebbe solo pochi soggetti, tra cui consiglieri e assessori comunali che avrebbero votato pur trovandosi in una situazione di conflitto di interesse palese, circostanza che avrebbe imposto l’astensione. Una scelta che, a suo dire, sarebbe avvenuta con il placet del segretario comunale, responsabile anticorruzione, e del presidente del Consiglio comunale. Su questa votazione, afferma Artusa, sarebbero già in corso iniziative formali con esposti presentati in Procura e in Prefettura.
Errori negli elaborati e confini comunali
Le criticità non si fermerebbero alle procedure. Gli elaborati pubblicati mostrerebbero infatti interventi collocati fuori dai confini comunali, come la zona industriale indicata nel territorio del vicino Comune di Zungri o alcune aree edificabili inserite nel territorio comunale di Rombiolo. Elementi che, secondo Artusa, sollevano dubbi sulla competenza tecnica di chi ha redatto il piano e sulla reale conoscenza del territorio.
Le ricadute economiche per l’ente
Un altro aspetto evidenziato riguarda la riduzione delle zone edificabili prevista dal PSC, che si tradurrebbe in minori introiti per le casse comunali. Una situazione che, sempre secondo Artusa, rischia di aggravare la condizione finanziaria di un Comune già in sofferenza e che alcuni consiglieri avrebbero indicato come prossimo al dissesto.
Il malcontento dei cittadini e le promesse del Comune
In paese, riferisce Artusa, il clima sarebbe di diffuso scontento. L’amministrazione comunale avrebbe promesso di rivalutare alcune aree attraverso la presentazione di istanze con scadenza fissata al 2 gennaio 2026. Una prospettiva che, tuttavia, non basterebbe a sanare un danno che appare ormai difficile da correggere.
L’attesa per gli accertamenti della magistratura
Alla luce di quanto emerso, Artusa auspica che la magistratura avvii tutti gli accertamenti necessari per fare chiarezza sulla vicenda e ristabilire il rispetto della legge, nella convinzione che solo un intervento delle autorità competenti possa dare risposte concrete a una situazione che ha già prodotto effetti rilevanti sul territorio e sulla comunità locale.