Edilizia calabrese in rallentamento: allarme spopolamento e rischio criminalità. Ance: “Serve uno sforzo corale per il futuro del settore”
A pesare sul rallentamento sono, in primis, gli effetti del ridimensionamento del Superbonus e la fine della cessione del credito e dello sconto in fattura

Il settore delle costruzioni, tradizionalmente uno dei principali motori economici della Calabria, sta attraversando una fase delicata. È quanto emerge dal rapporto “Scenari regionali dell’edilizia 2025”, presentato da Ance Calabria, che fotografa un comparto in contrazione, frenato da un contesto generale di incertezza economica e demografica.
Secondo l’analisi elaborata da Prometeia per l’Associazione nazionale costruttori edili, nel 2024 la Calabria registrerà un calo del 5,5% degli investimenti in costruzioni, un dato che rischia di aggravarsi nel 2025, anno per il quale è previsto un ulteriore -7,1%, in particolare nel segmento della manutenzione straordinaria residenziale.
Il nodo Superbonus e il crollo degli investimenti
A pesare sul rallentamento sono, in primis, gli effetti del ridimensionamento del Superbonus e la fine della cessione del credito e dello sconto in fattura, strumenti che avevano sostenuto una forte ripresa del settore. I numeri parlano chiaro: secondo i dati Enea-Mase, i lavori passati da 1,2 miliardi di euro nel 2023 a soli 533 milioni nel 2024 confermano una drastica inversione di tendenza. Nei primi tre mesi di quest’anno, i cantieri avviati sono otto volte inferiori rispetto allo stesso periodo del 2023.
Unico elemento positivo è rappresentato dalle opere pubbliche, grazie alla progressiva attuazione dei progetti legati al Pnrr. Tuttavia, secondo il report, questo segmento da solo non potrà compensare il ridimensionamento della riqualificazione abitativa, uno dei pilastri del comparto edilizio calabrese.
Rugna (Ance Calabria): “Spopolamento e manodopera specializzata, le vere emergenze”
A lanciare l’allarme è il presidente di Ance Calabria, Roberto Rugna, che sottolinea come negli ultimi 25 anni la regione abbia perso l’11% della propria popolazione. «Abbiamo aziende cresciute in qualità e struttura, ma ci scontriamo con uno spopolamento progressivo e una cronica carenza di manodopera specializzata» ha dichiarato Rugna. Da qui l’appello a investire nella formazione, sin dalle scuole, con percorsi integrati che facilitino l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Un impegno che Ance sta portando avanti in collaborazione con la Regione e con l’assessorato alle Infrastrutture.
Perciaccante: “Criminalità non solo sul Ponte, ma su tutte le grandi opere”
Il rapporto accende i riflettori anche sul rischio infiltrazioni mafiose nei grandi cantieri. A denunciarlo è Giovan Battista Perciaccante, vicepresidente nazionale di Ance con delega al Mezzogiorno: «Le infiltrazioni non riguardano solo il Ponte sullo Stretto. Pensiamo alla Statale 106, ai nuovi ospedali, all’ospedale della Sibaritide dove si sono già verificati due attentati. La situazione è seria e serve la massima attenzione da parte dello Stato». Perciaccante ha ribadito la necessità di presidi di legalità stabili e un sostegno concreto alle imprese che operano nel rispetto delle regole.
Regione: investimenti e lotta alla fuga dei giovani
A illustrare la risposta istituzionale è stata l’assessora regionale all’Istruzione e ai Lavori pubblici, Maria Stefania Caracciolo, che ha presentato un pacchetto di misure per contrastare la fuga dei giovani: progetti educativi per la fascia 0-6 anni, voucher per le famiglie, potenziamento delle competenze di base, psicologo scolastico e iniziativa “Vivi e scopri la Calabria”.
Sul piano infrastrutturale, la Regione ha attivato un piano da oltre 2 miliardi di euro tra fondi Pnrr, FSC e risorse regionali per interventi su edilizia scolastica, difesa costiera, riqualificazione urbana e ospedali. A questi si aggiungono 190 milioni per l’elettrificazione della fascia ionica, 215 milioni per gli aeroporti e ben 13,5 miliardi di euro legati al progetto del Ponte sullo Stretto.
Prefetto De Rosa: “Attenzione e sicurezza prima del profitto”
A chiudere i lavori, l’intervento del prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, che ha posto l’accento sui rischi negli appalti pubblici. «Dove scorre un fiume di denaro si risvegliano gli appetiti criminali. La sicurezza deve venire prima del guadagno», ha dichiarato, richiamando l’esigenza di un sistema di controlli efficace e capillare, in grado di garantire trasparenza e legalità nella spesa dei fondi pubblici.