Padre Fedele Bisceglia, l’appello per la revoca della sospensione a divinis: “Giustizia e misericordia per un uomo di fede”
Una petizione chiede il reintegro del frate cappuccino assolto da ogni accusa: “È tempo di restituirgli la facoltà di celebrare i sacramenti”

Un appello forte e toccante, che intreccia giustizia, carità e spirito evangelico, è stato lanciato in queste ore per chiedere ufficialmente la revoca della sospensione a divinis di Padre Fedele Bisceglia, frate cappuccino calabrese noto per la sua attività missionaria, sociale e spirituale. Il documento, indirizzato alla Giunta dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e ai Dicasteri vaticani competenti, sollecita il ritorno alle funzioni sacerdotali di un uomo che, pur colpito da una delle accuse più infamanti, è stato definitivamente assolto con formula piena: “Il fatto non sussiste”.
A distanza di nove anni dalla conclusione dell’iter giudiziario e nel silenzio di un procedimento canonico mai avviato, resta tuttavia in piedi quella sospensione interinale che gli impedisce di celebrare i sacramenti. L’appello richiama la necessità di non ridurre la Chiesa a una dimensione burocratica o meramente legale, ma di riscoprire il mistero della misericordia come fonte di riconciliazione, serenità e verità.
“Padre Fedele – si legge nella lettera – non ha mai abbandonato la sua vocazione, pur nella prova della malattia e della solitudine. È tempo di ristabilire pienamente il suo ruolo di ‘ultimus cum fratribus’, in nome della giustizia sostanziale, del Vangelo e della fraternità”. La petizione, aperta anche sui social per le adesioni, punta a ridare voce a un uomo che ha dedicato la vita agli ultimi e che oggi chiede soltanto di poter tornare a servire Dio attraverso il suo ministero.