Mario Occhiuto con il figlio Chicco
Mario Occhiuto con il figlio Chicco

Mario Occhiuto, senatore ed ex sindaco di Cosenza, ha condiviso pubblicamente il dolore per la perdita del figlio Francesco, detto Chicco, morto suicida a trent'anni lo scorso 21 febbraio. In un'intervista al Corriere della Sera, Occhiuto ha descritto la sofferenza come «troppo grande», ammettendo di aver trascorso il primo mese dopo la tragedia a letto, incapace di reagire. «Pensavo di poterlo proteggere», ha confessato, rivelando la difficoltà di accettare che l'amore e la vicinanza della famiglia non siano stati sufficienti a salvare il figlio.

Un messaggio che ha toccato molti

Nonostante il dolore, Occhiuto ha deciso di parlare pubblicamente della tragedia, ricevendo numerosi messaggi di solidarietà da parte di genitori, insegnanti e medici. Molti hanno riconosciuto di aver compreso l'importanza di non ignorare le fragilità emotive dei propri figli e studenti, ringraziando il senatore per aver condiviso la sua esperienza. «Chicco è diventato il ragazzo perduto di tanti», ha detto Occhiuto, sottolineando come la storia del figlio abbia spinto molti a riflettere e a prestare maggiore attenzione ai segnali di disagio.

L'impegno di Occhiuto per il futuro

Occhiuto ha espresso l'intenzione di creare una fondazione in memoria del figlio, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle problematiche legate alla salute mentale e al disagio giovanile. «Non per commemorarlo, ma per far vivere il suo sguardo sul mondo», ha spiegato, ricordando come Francesco sottolineasse spesso che la medicina aveva fatto grandi progressi nello studio del corpo, ma non altrettanto nella comprensione della sofferenza interiore.

Un appello alla società

Il senatore ha lanciato un appello affinché le tragedie come quella vissuta dalla sua famiglia non rimangano confinate nel silenzio. Ha invitato tutti a parlare apertamente delle proprie fragilità, a chiedere aiuto e a rompere il muro della solitudine che spesso circonda chi soffre. «Le tragedie non devono restare confinate nel silenzio delle famiglie», ha affermato, sottolineando l'importanza di un cambiamento culturale che metta al centro l'ascolto e la comprensione del disagio emotivo.