Il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti relativo al terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il Mit e la società Stretto di Messina, riguardante la realizzazione del Ponte sullo Stretto, è stato giudicato incompatibile con la normativa europea sulle modifiche dei contratti in corso di validità. È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza depositate in data odierna, riferite alla decisione del 17 novembre scorso con cui la sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti ha respinto il provvedimento ministeriale.

Le criticità evidenziate dalla Corte dei conti

Nelle motivazioni, i magistrati contabili esprimono forti perplessità in merito all’applicazione dell’articolo 72 della direttiva europea 2014/24/UE, che disciplina le condizioni e i limiti entro cui è possibile modificare un contratto durante il suo periodo di validità. Secondo la Corte, il decreto non fornirebbe adeguate garanzie di conformità alle regole comunitarie, aprendo margini di incertezza giuridica e amministrativa su un intervento infrastrutturale di grande rilevanza economica e strategica.

Rischi sui costi e sulle variazioni contrattuali

Particolare attenzione viene posta sul costo complessivo dell’opera e sui possibili effetti degli aggiornamenti progettuali. La Corte sottolinea come la stima degli adeguamenti, quantificata in 787 milioni e 380 mila euro, derivi da valutazioni non definitive e possa quindi esporre il progetto al rischio di ulteriori incrementi di spesa. Eventuali aumenti, avvertono i magistrati, potrebbero portare al superamento della soglia del 50 per cento delle variazioni contrattuali ammissibili, aggravando ulteriormente le criticità legate al reperimento delle necessarie coperture finanziarie, come peraltro indicato dagli stessi dati forniti dall’Amministrazione.