Acri
Acri

Acri è un Comune della provincia di Cosenza, situato a circa 720 metri di altitudine, alle pendici dell’altopiano della Sila. Il suo territorio si estende su oltre 200 km², dominando le valli del Mucone e del Crati. Il centro storico gode di una posizione panoramica, con viste sulle colline circostanti e sulle alte cime montane. Numerosi corsi d’acqua attraversano il territorio: Mucone, Calamo e Duglia tra i principali. Acri è anche un luogo di passaggio tra la montagna e la pianura cosentina grazie ad alcune arterie provinciali che lo collegano all’autostrada A2 e alla Sila.

Radici antiche e vicende storiche

Le origini di Acri si perdono tra leggende e studi storici: alcuni propongono connessioni con l’antica Pandosia o con Acheruntia, suggerendo legami con popolazioni antiche come gli Enotri, mentre altri lo riferiscono agli Osci, ai Bruzi e ai Lucani. Archeologi hanno portato alla luce insediamenti preistorici nel sito del Colle Dogna, con reperti databili al Neolitico e all’età del Bronzo.

Nel corso dei secoli, Acri venne dominata da Longobardi, Bizantini, Saraceni e Normanni; il borgo fu oggetto di incursioni, accorpamenti feudali e cambiamenti politici. In epoca moderna, la città si schierò in vicende del Regno di Napoli, visse saccheggi e distruzioni nel periodo degli Aragonesi e partecipò, con i suoi abitanti, a movimenti risorgimentali e a rivolte locali contro soprusi e brigantaggio. Nel Novecento, Acri ha visto anche il coinvolgimento nella Resistenza partigiana e numerosi sacrifici nei conflitti mondiali.

Patrimoni artistici, religiosi e monumentali

Tra i simboli più riconosciuti della città, spicca la Basilica di Sant’Angelo d’Acri, costruita tra il 1893 e il 1898. L’edificio, elevato a basilica minore nel 1980, custodisce le spoglie del santo e presenta un portone in bronzo di notevoli dimensioni, dodici cappelle gentilizie e un mosaico nel reliquiario disegnato da Padre Ugolino da Belluno. All’interno le decorazioni affrescate raccontano i miracoli del santo.

Un altro monumento significativo è la Chiesa di Santa Chiara, edificata intorno al 1420 dai padri Agostiniani e poi trasformata nei secoli. In epoca francese la chiesa subì danni e la sua struttura venne in parte riadattata: oggi rappresenta un patrimonio storico-religioso integrato nella rete urbana cittadina.

Nel centro storico si incontrano molti palazzi signorili, borgate antiche e vicoli che parlano di epoche feudali, domini signorili e dell’architettura degli ordini religiosi.

Economia, società e sfide contemporanee

L’economia di Acri si basa su un mix di agricoltura, allevamento, artigianato e piccole imprese locali. Tra i prodotti tipici emergono vini, olio d’oliva, produzioni zootecniche e una tradizione salumiera legata al maiale nero calabrese. Nel panorama occupazionale locale, il settore terziario assume un peso centrale, anche se la disoccupazione, in particolare quella giovanile, rappresenta uno dei problemi strutturali più delicati.

Demograficamente, Acri ha una popolazione decrescente o in fase di lenta contrazione, come molti comuni dell’entroterra meridionale. Questo fenomeno è accompagnato da spopolamento, marginalità infrastrutturale e difficoltà ad attrarre investimenti esterni.

Prospettive, valorizzazione e futuro culturale

Acri ha in sé potenzialità spesso poco sfruttate: la combinazione di storia, natura e cultura può trasformarsi in leva per il turismo esperienziale, la produzione agroalimentare di qualità, i percorsi religiosi legati al culto di Sant’Angelo e le produzioni culturali locali. Il recupero del centro storico, l’apertura di musei e percorsi tematici, la promozione delle lingue e delle tradizioni locali (tra cui il dialetto locale), sono strumenti essenziali per invertire la rotta del declino.

Per guardare al futuro, Acri deve puntare su infrastrutture nuove, una pianificazione intelligente, cooperazione territoriale e partecipazione civica. Solo così potrà trasformare la memoria del passato in un progetto condiviso di rinascita.