Padre Fedele
Padre Fedele

È difficile ricordare Padre Fedele Bisceglia senza che la mente corra subito alla tragica vicenda di Enzo Tortora, simbolo di una giustizia ingiusta e di un tribunale mediatico che, con una sola morsa, ha violato la presunzione di innocenza e la libertà. Solo ora, con la sua scomparsa e dopo la sentenza assolutoria per insussistenza del fatto, Padre Fedele viene riconosciuto come il difensore degli “invisibili” e come fondatore dell’Oasi Francescana, rifugio dei diritti di quegli “ultimi” che ancora incarnano i valori della nostra Costituzione.

Le ferite di un uomo morto da innocente


Nonostante la sua immagine sia stata strumentalizzata solo di recente dalla politica, sulle spoglie di Padre Fedele restano le ferite dell’uomo vittima di un’ingiustizia, colpevole soltanto di un senso di umanità che oggi sembra sempre più raro. Queste ferite dovrebbero essere un monito costante nel Palazzo di Giustizia di Cosenza, dove fu emessa quella condanna ingiusta che ha segnato la sua vita.

Un monito per il futuro della giustizia


Come l’ingresso del Tribunale di Cosenza è dedicato al martire Enzo Tortora, anche l’aula dove venne distrutta la vita di Padre Fedele Bisceglia dovrebbe essere intitolata a lui e al suo sacrificio, affinché simili errori non si ripetano mai più. Questo appello è firmato dal Consiglio direttivo della Camera penale di Cosenza: Alessandra Adamo, Valentina Spizzirri, Francesco Chiaia, Fabrizio Loizzo, Giuseppe Manna, Angelo Nicotera, Guido Siciliano, con il segretario Francesco Santelli e il presidente Roberto Le Pera.