Le Case della Comunità in Calabria: promessa che stenta a diventare realtà
Solo due strutture attive su 63 previste, tra ritardi, carenza di personale e difficoltà organizzative

Nel panorama del servizio sanitario regionale, le Case della Comunità dovevano rappresentare un salto di qualità nell’assistenza territoriale. In Calabria sono previste 63 strutture, ma ad oggi solo due risultano attive con almeno un servizio, un dato che traduce il forte arretramento rispetto agli obiettivi fissati per il Paese e sottolinea quanto la promessa rimanga largamente disattesa.
Criticità strutturali e carenza di personale
Le difficoltà principali riguardano l’iter autorizzativo, i vincoli amministrativi e la mancanza di personale sanitario idoneo a garantire la presenza medica e infermieristica. Anche quando i progetti avanzano in fase di esecuzione, molto spesso le strutture restano incomplete sul piano funzionale e non riescono a garantire i servizi essenziali nei tempi richiesti.
Il peso sui cittadini
Per le comunità locali, la mancata attivazione delle Case della Comunità significa minori punti di riferimento per le cure quotidiane, maggiori spostamenti verso ospedali distanti e sovraccarico dei pronto soccorso. Le persone residenti nelle zone interne ne pagano il prezzo più alto, con disuguaglianze nell'accesso alle cure che restano profondamente marcate.
Servizi parziali, non strutture reali
Del resto, anche a livello nazionale, le strutture dichiarate attive con tutti i servizi obbligatori e con personale medico e infermieristico sono una piccola frazione del previsto. In Calabria, in particolare, risulta che quelle con almeno un servizio attivo sono appena due — un’ombra rispetto alla mole di strutture programmate.
Verso una svolta: cosa serve
Se la Calabria vuole trasformare questa promessa mancata in un progetto reale, serve una forte accelerazione su più fronti. Occorre snellire le procedure autorizzative, garantire fondi, reperire professionisti sanitari da mantenere nel territorio e definire modelli organizzativi chiari e efficaci.
Solo così le Case della Comunità potranno incarnare davvero l’obiettivo che erano nate per assumere: una sanità più vicina ai cittadini, meno centrale e più capace di prevenire, soprattutto nelle aree più fragili della regione.