L'Università Ca' Foscari di Venezia
L'Università Ca' Foscari di Venezia

La fragilità finanziaria degli enti locali resta una delle emergenze strutturali del Paese, con il Mezzogiorno ancora una volta in prima linea. È quanto emerge dall’ottavo Rapporto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia sui Comuni italiani, curato dal Centro Governance & Social Innovation in collaborazione con Fondazione Ifel. I dati relativi al 2024 mostrano un quadro che, pur con un leggero miglioramento numerico rispetto all’anno precedente, continua a sottolineare profonde criticità, soprattutto nel Sud Italia e in Calabria.

Calabria tra dissesti e “false partenze”

Nel 2024 sono stati 65 i Comuni italiani che hanno dichiarato una situazione di crisi finanziaria: 31 hanno avviato la procedura di riequilibrio pluriennale e 34 sono finiti in dissesto finanziario. Rispetto ai 75 casi del 2023, il dato mostra un lieve calo, ma la situazione resta grave.

Particolarmente significativo il fenomeno delle “false partenze”, ovvero i Comuni che hanno tentato di approvare un piano di riequilibrio senza riuscirci e sono stati costretti al dissesto: ben tre di questi sono in Calabria, uno in Campania e uno in Sicilia (dove il piano è stato revocato in autotutela). Si tratta dell’ennesimo segnale della difficoltà gestionale e amministrativa dei Comuni calabresi, spesso penalizzati da entrate tributarie insufficienti, contenziosi elevati e cronica mancanza di risorse umane qualificate per la gestione finanziaria.

Dal 1989 oltre mille Comuni in crisi: peso enorme del Sud

Il Rapporto evidenzia come, dal 1989 a oggi, tra dissesti e procedure di riequilibrio, siano state attivate 1.383 procedure che hanno coinvolto 1.001 Comuni. Numeri che confermano un fenomeno ormai strutturale nel sistema degli enti locali italiani.
La distribuzione territoriale è chiarissima: Calabria, Campania e Sicilia guidano ancora una volta la classifica delle regioni con il maggior numero di enti in difficoltà finanziaria. Il fenomeno non riguarda solo i piccoli centri dell’entroterra ma incide in misura significativa anche sui Comuni più grandi, dove il peso dei servizi e del contenzioso è maggiore.

Sistema inadeguato: fondi insufficienti e risanamenti lenti

La ricerca di Ca’ Foscari formula un giudizio critico sulla normativa vigente: “Il sistema di gestione delle crisi finanziarie dei Comuni non è adeguato, è poco tempestivo e non incisivo nel sostegno reale agli enti”.

Da anni i piani di riequilibrio si trasformano spesso in percorsi lunghi, burocratici e scarsamente efficaci. Le amministrazioni locali restano senza strumenti reali di affiancamento, costrette ad aumentare tasse comunali e tagliare servizi per tentare il rientro.

Il Rapporto rilancia quindi la necessità di: una riforma urgente della disciplina sul dissesto; maggiore flessibilità per i Comuni che operano in territori difficili come la Calabria; assistenza tecnica e formazione per evitare errori amministrativi e nuove “false partenze”.

Pnrr, beni comuni e aree interne: i nuovi fronti di rischio

Nell’edizione 2024 del Rapporto vengono approfonditi alcuni temi strategici: la gestione dei beni comuni, spesso abbandonati o senza valorizzazione economica; i modelli predittivi delle crisi finanziarie, per intervenire prima del dissesto; la gestione delle entrate nei bacini imbriferi montani; la criticità finanziaria dei Comuni nelle regioni a Statuto speciale; i rallentamenti nell’attuazione del Pnrr, che penalizzano soprattutto le aree interne del Sud e della Calabria.

La fotografia scattata da Ca’ Foscari è chiara: il dissesto finanziario resta una ferita aperta per molti Comuni italiani, ma lo è soprattutto per la Calabria, che continua a pagare debolezze storiche e condizioni socio-economiche complesse.

Senza una riforma incisiva e un sostegno concreto dello Stato, rischiano di aumentare i Comuni in crisi e di impoverirsi ancora di più i territori più fragili.