Il Codex Purpureus Rossanensis
Il Codex Purpureus Rossanensis

Il Codex Purpureus Rossanensis è molto più di un manoscritto: è il simbolo di una Calabria protagonista nel panorama culturale medievale. Tra pagine porpora, inchiostri preziosi, miniature raffinate e storia millenaria, rappresenta un patrimonio unico da preservare e valorizzare.

Un manoscritto senza tempo

Il Codex Purpureus Rossanensis, noto anche come Rossano Gospels, è un evangeliario greco antico composto da 188 fogli di pergamena color porpora. Risalente al VI secolo, contiene interamente il Vangelo di Matteo e la maggior parte del Vangelo di Marco. Parte del celebre gruppo dei “codici purpurei”, è uno dei più antichi e preziosi manoscritti miniati del Nuovo Testamento.

Inchiostri preziosi e arte squisita

Il testo è vergato con inchiostro d’argento, con incipits in oro, su pergamene tinti in tonalità che vanno dal viola al rossastro. Le 14 miniature illuminano scene della vita e passione di Cristo, disposte in cicli pittorici di grande valore estetico e simbolico, corrispondenti ai temi evangelici e profetici.

Origini e viaggio in Calabria

Probabilmente nato in uno scriptorium bizantino, forse in Siria, il codice giunse in Calabria tra VII e IX secolo, forse trasportato da monaci in fuga dall’Oriente. Fu ritrovato nella sacrestia della cattedrale di Rossano verso la metà dell’Ottocento. Da allora, è conservato presso il Museo Diocesano e del Codex di Rossano.

Valore storico e riconoscimenti

Questa preziosa opera manualistica testimonia il legame culturale tra l’Occidente e l’Impero Bizantino. Nel 2015, è stata inserita nel Registro Memoria del Mondo dell’Unesco come documento eccezionale del patrimonio globale.  

Conservazione e fruizione

Restaurato tra il 2012 e il 2015 dall’Istituto Centrale di Restauro di Roma, il codice è oggi fruibile nel Museo Diocesano di Rossano, custodito in ambienti a temperatura e luminosità controllata. Percorsi multimediali consentono una lettura virtuale delle pagine, preservando l’originale.