Nel suggestivo borgo dove il sole bacia la politica e la legge viene letta come un manuale di istruzioni IKEA (ma senza chiavetta a brugola), è scoppiata una nuova bufera amministrativa degna di una puntata speciale di Report meets Beautiful. Il gruppo consiliare La Città del Sole ha infatti chiesto l’annullamento in autotutela del decreto sindacale del 07.01.2025, che – per dirla in parole povere – avrebbe composto una Giunta Comunale ignorando un piccolo dettaglio: le donne.

Le quote rosa

Non è una novità: le quote rosa, a Guardia Piemontese, sembrano oggetti mitologici. Più rare dei draghi in Game of Thrones e più invisibili delle fatture della sanità calabrese. Ma stavolta il problema è giuridico, oltre che estetico: secondo i consiglieri del gruppo, la Giunta sarebbe illegittima, perché non rispetta quanto previsto dalla Legge 215/2012 in materia di pari opportunità. Il Sindaco Vincenzo Rocchetti, secondo la ricostruzione, avrebbe fatto nel dicembre 2024 delle “proposte informali” a due consigliere (Decalia Quirino e Katia Colella), che avrebbero gentilmente declinato, perché impegnate con "altro" (cosa? Mistero. Forse Netflix. Forse missioni segrete). Il problema è che queste "rinunce" non sono state protocollate all’epoca. E come ci insegna ogni segretaria comunale col tacco 12: se non è protocollato, non è mai successo. Solo ad aprile 2025 arrivano le lettere ufficiali, datate 18 aprile. Peccato che il decreto sia del 7 gennaio. Il che, a livello legale, è come presentare il biglietto del cinema dopo che il film è finito e chiedere il rimborso. I consiglieri della Città del Sole non ci stanno: “Non c’è nessuna prova che il Sindaco abbia fatto un’adeguata attività istruttoria per cercare assessore donne”, dicono con tono tra l’istituzionale e il passivo-aggressivo. “Nulla nella documentazione, nessuna nota protocollata, solo vaghi ricordi di conversazioni natalizie.” A supporto della loro tesi, citano più TAR di quanti ne abbia evocati Harry Potter a Hogwarts: Basilicata, Campania, Calabria, Abruzzo... Un tour de force giuridico per dimostrare che la legge è chiara: la parità di genere nelle Giunte è obbligatoria, salvo oggettiva e dimostrata impossibilità. Che, qui, è più oggettivamente indimostrata. Inoltre, pare che la consigliera Decalia Quirino fosse subentrata a Occhiuzzi (oggi vicesindaco) già nel 2021, ma nessuno le avrebbe mai chiesto ufficialmente se voleva diventare assessora. E Katia Colella? Idem con patate. Le due sarebbero state contattate “per vie brevi” (forse un piccione viaggiatore?), ma ancora una volta manca ogni traccia scritta. Alla faccia del D.Lgs. 445/2000, che obbliga alla registrazione di ogni documento ricevuto e spedito. Come se non bastasse, La Città del Sole ricorda che già il 10 aprile 2025 avevano inviato una comunicazione per segnalare la presunta illegittimità della Giunta, ma – a quanto pare – la PEC è finita nel cestino insieme agli avvisi dell'INPS. MORALE? Secondo i firmatari, è ora di smontare la Giunta stile Lego e rimettere tutto a posto, stavolta inserendo anche le donne, non solo nei discorsi a cena ma nelle poltrone che contano. Le leggi ci sono, la giurisprudenza pure, ora mancano solo le azioni. Nel frattempo, a Guardia Piemontese c’è chi scommette che il prossimo assessore donna sarà scelto tramite sorteggio durante la festa patronale. Con tanto di tombola.