Francesco Costabile porta “Familia” a New York e prepara il terzo film contro la violenza di genere
Il regista cosentino in corsa per l’Oscar con un’opera ispirata a una storia vera: “Un racconto universale che parla di dolore, ma anche di consapevolezza”
Da Cosenza a New York, passando per Venezia. In meno di tre mesi Francesco Costabile, 45 anni, ha visto il suo film Familia trasformarsi da candidato “che sembrava uno scherzo” a una delle opere italiane più attese nella corsa agli Oscar. L’opera, presentata nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia e ora in lizza nella categoria miglior film internazionale, è arrivata negli Stati Uniti per aprire la decima edizione del festival Italy On Screen New York, diretto da Loredana Commonara.
Accompagnato dal produttore Gaetano Maiorino di Tramp Limited, Costabile ha incontrato giurati e pubblico selezionato in un evento dedicato alla promozione del cinema italiano nei giorni cruciali della campagna per gli Academy Awards. Il 16 dicembre si saprà se Familia entrerà nella shortlist dei 15 titoli scelti tra 86 candidati.
Una storia vera e un tema universale
Il film racconta la vicenda reale di Luigi Celeste, un ragazzo cresciuto in una casa segnata dalla violenza del padre nei confronti della madre Licia. “Ci riconosciamo tutti in questa storia, tragica ma universale – spiega il regista –. Tutti abbiamo sperimentato forme di violenza, anche psicologica”.
Girato tra Tufello, La Rustica e Quartaccio, Familia copre un arco temporale di dieci anni, dal 1998 al 2008, quando in Italia ancora non esistevano leggi contro lo stalking. Costabile ha lavorato con centri antiviolenza e con le realtà territoriali che ogni giorno affrontano il fenomeno. “Oggi le norme ci sono, la sensibilità è cresciuta, ma i numeri restano troppo alti. La violenza di genere ha radici culturali profonde”, sottolinea.
Dal patriarcato alla consapevolezza collettiva
Il titolo Familia richiama volutamente il termine latino, simbolo di una struttura patriarcale verticale in cui il pater familias deteneva potere assoluto sulla moglie e sui figli. “Ho voluto raccontare la violenza dentro una famiglia ‘normale’ – spiega Costabile – per mostrare quanto sia un fenomeno trasversale, che va oltre i contesti criminali”.
Il film rappresenta il secondo capitolo della trilogia che il regista cosentino dedica alla lotta contro la violenza di genere, dopo Una Femmina, ispirato al libro-inchiesta di Lirio Abbate sulle donne ribelli alla ’ndrangheta. Il terzo progetto, già in lavorazione, sarà ancora una storia vera: quella di una donna italiana impegnata nella lotta alla criminalità organizzata.
Cinema, educazione e impegno sociale
Oltre che nelle sale – dove è uscito lo scorso 2 ottobre – Familia è diventato anche uno strumento educativo, proiettato nelle scuole e accompagnato da dibattiti con studenti e operatori dei centri antiviolenza. “Il cinema arriva dove la didattica non può – dice Costabile, docente di grafica e comunicazione in un istituto tecnico di Bologna –. Serve a creare empatia, consapevolezza, cambiamento”.
Grazie ai distributori americani di Breaking Glass Pictures, il film sarà distribuito negli Stati Uniti nel 2026, proseguendo un percorso che unisce arte, denuncia e impegno civile. Un viaggio che, partito dal Sud Italia, oggi parla a tutto il mondo.