Legalità e lavoro, la Cgil lancia l’allarme dalla Calabria: “Il nero vale il 19% del Pil regionale”
Dal convegno in un bene confiscato alla ’ndrangheta, appello al voto e richiesta di interventi concreti contro il lavoro irregolare

"La giornata di oggi pone l'attenzione sui temi della legalità, ma declinati con il lavoro, la sicurezza e la cittadinanza. Del resto, l'8 e il 9 giugno ci sarà questo importante appuntamento referendario e noi oggi vogliamo, in qualche modo, dimostrare le cose che nessuno dice, per esempio il fatto allarmante che nessuno più declina in termini di Pil perso il lavoro nero e irregolare in Italia e soprattutto in questa Regione".
Lo ha detto il segretario generale della Fillea Cgil nazionale Antonio Di Franco, a margine del convegno "Lavoro, sicurezza, dignità, cittadinanza, democrazia = legalità", promosso dalla Fillea Cgil Calabria e dallo Spi Cgil Calabria e tenutosi a Isola Capo Rizzuto, in un bene confiscato alla 'ndrangheta e gestito dalla cooperativa sociale Terre Joniche - Libera Terra.
Lavoro nero: in Calabria pesa per il 19% del Pil
"I dati Istat – ha proseguito – ci dicono che in Calabria, il 19% del Pil è fatto dal lavoro irregolare, lavoro nero, e tutto questo vale più di 7 miliardi. Un lavoratore su due lavora in queste condizioni, quindi pensiamo che non si possa discutere di legalità se non si affrontano questi drammatici dati".
Appello al voto e monito alla politica regionale
"Oltre a lanciare l'appello a tutti di recarsi al voto l'8 e il 9 giugno – ha continuato Di Franco – diciamo anche al presidente di questa Regione di svegliarsi. Serve un intervento di contrasto al lavoro nero irregolare e serve punire con forza, sottraendo investimenti pubblici a tutte le imprese che non rispettano i contratti e i diritti dei lavoratori. O ci sarà un'inversione di tendenza o penso che continueremo a registrare i dati più negativi di tutta l'Europa".
Delusione per il confronto con il governo Meloni
"L'incontro avuto con il governo Meloni l'8 maggio scorso – ha detto ancora Di Franco – non ci ha dato le risposte che volevamo. Si è aperta una discussione e vogliamo prima vedere, in ogni caso, a che cosa porterà, ma speriamo che questo governo la smetta di fare propaganda e soprattutto che affronti i temi per quelli che sono".
Beni confiscati: simboli di legalità e rinascita sociale
Tania Scacchetti, segretaria generale dello Spi Cgil nazionale, ha sostenuto che "è un grande tema quello della riattivazione dei beni sociali confiscati alle organizzazioni criminali, sul quale siamo impegnati da anni come sindacato insieme a tantissime associazioni. Pensiamo che vadano restituiti alla collettività, che vadano restituiti al lavoro, alla socialità, alla convivenza e che debbano diventare luoghi simbolo di quella che per noi è una rinascita a favore della legalità. E quando parliamo di legalità – ha concluso – la qualità del lavoro fa la differenza".