Il Garante delle vittime Lomonaco presenta la Relazione annuale alla Corte d’Appello di Catanzaro
Al centro del confronto con la presidente Epifanio i temi della devianza giovanile e del bullismo. “Non solo repressione, ma educazione e dialogo per una società più consapevole”
“Essere istituzioni significa tracciare un percorso condiviso nel cui solco la società possa camminare con fiducia, sapendo che ogni ostacolo può essere superato”. Con queste parole l’avvocato Antonio Lomonaco, Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, ha sintetizzato il senso della missione dell’Ufficio in occasione della presentazione della Relazione annuale delle attività. Il documento è stato consegnato al presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, durante un incontro caratterizzato da un confronto istituzionale profondo e costruttivo.
Devianza giovanile e bullismo al centro del confronto
Nel corso dell’incontro, Lomonaco e la presidente Epifanio hanno affrontato il tema della devianza giovanile, sottolineando la necessità di affrontarlo non in chiave punitiva, ma come occasione di crescita e rigenerazione sociale. Tra le priorità individuate, il contrasto al bullismo è stato indicato come ambito di intervento prioritario. “Non basta reprimere i comportamenti devianti – ha osservato il Garante – ma serve costruire un dialogo educativo con adulti e giovani affinché le vittime si liberino dalla paura e gli autori comprendano le conseguenze delle proprie azioni”.
Verso una rete istituzionale per la tutela delle vittime
La presidente Epifanio ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal Garante, invitandolo a proseguire “con la serietà di chi crede in ciò che fa e non con la seriosità di chi si limita a ricoprire un ruolo”. Durante l’incontro è stato inoltre assunto l’impegno di far entrare la Corte d’Appello di Catanzaro nella rete regionale che l’Ufficio del Garante sta costruendo, coinvolgendo istituzioni, magistratura e società civile. “Il ringraziamento al presidente Epifanio – ha concluso Lomonaco – non è formale: la giustizia, quando interpretata con apertura e umanità, diventa un punto di riferimento concreto per la comunità”.