L’economia della Calabria registra una crescita moderata ma costante nella prima metà del 2025. È quanto emerge dal rapporto “L’economia della Calabria – Aggiornamento congiunturale”, presentato da Banca d’Italia nella sede di Catanzaro. L’indicatore trimestrale elaborato dall’istituto stima infatti un aumento del Pil regionale dell’1,3% su base annua, un dato superiore alla media nazionale. Le imprese mostrano segnali incoraggianti: oltre il 40% di quelle industriali dichiara un aumento del fatturato nei primi nove mesi dell’anno e tre quarti confermano i propri piani di investimento, con il 25% che ha scelto addirittura di potenziarli.

Costruzioni e Pnrr, motori della ripresa calabrese

Il comparto edilizio continua a giocare un ruolo chiave. Le ore lavorate restano sui livelli del 2024, pari al doppio rispetto al 2019. Un impulso decisivo arriva dal Pnrr: nei primi sette mesi del 2025 sono stati banditi oltre 1.700 appalti per opere pubbliche, per un valore superiore a 1,8 miliardi di euro, con il 90% delle gare già aggiudicate. La spesa per investimenti degli enti territoriali cresce del 25% rispetto allo stesso periodo del 2024, generando effetti diretti sulle imprese di costruzioni.

Export in crescita, bene agroalimentare e agricoltura

Il commercio internazionale registra un incremento del 4,6% nel primo semestre dell’anno. A trainare sono l’agroalimentare (+11%) e l’agricoltura (+13%), mentre cala la chimica (-13,3%). Molto positivo l’andamento verso l’Unione europea e gli Stati Uniti, dove le vendite crescono del 25%. Nel terziario, quasi la metà delle imprese dei servizi segnala un aumento del fatturato. Il turismo continua la sua espansione: +5,2% di presenze nei primi otto mesi e +23,5% di visitatori stranieri. In forte aumento anche il traffico aeroportuale (+26%).

Lavoro, cresce l’occupazione e cala la disoccupazione

Il mercato del lavoro mostra dinamiche favorevoli. Nei primi sei mesi del 2025 l’occupazione aumenta del 5%, contro l’1,4% della media nazionale. Il tasso di occupazione sale al 46,5%, mentre la disoccupazione scende all’11,4%, con un miglioramento significativo rispetto al 15,4% del 2024. In crescita del 3,5% le attivazioni nette occupazionali, trainate dai contratti a tempo indeterminato. Le ore autorizzate di cassa integrazione si riducono del 40%.

Reddito delle famiglie e credito, segnali contrastati

Il reddito disponibile cresce del 3,8% su base annua, pari all’1,7% in termini reali. L’inflazione a settembre si attesta al 2,2%, mentre la spesa delle famiglie aumenta dello 0,6%. Prosegue però la crescita dell’indebitamento: i prestiti aumentano del 3,6% e i mutui del 2,6%, con nuove erogazioni pari a 228 milioni di euro (+50%). In salita anche il credito al consumo (+5,8%), mentre il tasso medio sui mutui si stabilizza al 3,4%.

Il credito alle imprese cresce dell’1,8%, sostenuto da una maggiore domanda per investimenti e capitale circolante. Il tasso di deterioramento scende al 2,9% per le imprese e rimane stabile all’1% per le famiglie. I depositi del settore privato aumentano del 2,7%, mentre i titoli detenuti presso il sistema bancario crescono del 6,1%.