Un momento dell'incontro
Un momento dell'incontro

È stato presentato a Lamezia Terme, nella sede regionale del Partito Democratico della Calabria, il saggio di Michele Drosi dal titolo “50 anni di regionalismo: tra crisi del modello, tentativi di riforma e proposte per il futuro”. Un incontro denso di contenuti, moderato dalla dirigente Barbara Panetta e animato dagli interventi di esponenti politici e istituzionali, tra cui Amalia Bruni, consigliera regionale, e Gregorio Gallello, segretario provinciale del Pd di Catanzaro.

Nel corso del suo intervento, Drosi ha proposto una lettura critica del regionalismo italiano, evidenziando come il modello attuale, dopo mezzo secolo di vita, mostri gravi inefficienze, a partire dal mancato riequilibrio territoriale tra Nord e Sud e dalle debolezze strutturali emerse con forza durante l’emergenza pandemica. Secondo l’autore, il distacco crescente tra istituzioni e cittadini è figlio di un modello burocratico farraginoso e di un assetto istituzionale che ha via via perso legittimazione. La sua proposta è chiara: rivedere il Titolo V della Costituzione, rafforzare il ruolo dei Consigli regionali e semplificare il processo legislativo.

Bevacqua: «Consiglio regionale ridotto a passacarte»

Tra gli interventi più netti, quello del capogruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Bevacqua, che ha denunciato un progressivo svuotamento dell’assemblea legislativa calabrese: «Il Consiglio si è trasformato in uno strumento di ratifica delle decisioni dell’esecutivo. In questa legislatura – ha detto – non abbiamo assistito a nessuna vera attività di programmazione legislativa». Bevacqua ha esortato il partito a proseguire nel confronto, con una visione condivisa e lungimirante per restituire centralità alle istituzioni rappresentative.

Irto: «Basta slogan, serve un regionalismo funzionale»

A chiudere i lavori è stato Nicola Irto, senatore e segretario regionale del Pd, che ha proposto una riflessione complessiva sulle derive del regionalismo italiano. Irto ha ripercorso le principali tappe della riforma, dal 1970 con la nascita delle Regioni, alla svolta del 1999 con l’elezione diretta dei Presidenti, fino alla riforma del Titolo V del 2001, che ha prodotto – secondo Irto – confusione normativa, sovrapposizioni di competenze e inefficacia amministrativa.

Per Irto è fondamentale che il Partito Democratico nazionale promuova l’abrogazione del Titolo V, ritenuto ormai inadeguato. Ha ribadito la ferma contrarietà al progetto di autonomia differenziata, giudicato dannoso per l’unità del Paese, e ha criticato con forza la Giunta regionale di centrodestra, colpevole – a suo dire – di promuovere provvedimenti populisti e privi di visione riformatrice, come quello sul consigliere supplente.

Dall’Europa ai territori: una nuova agenda per la Calabria

Irto ha legato la sfiducia verso l’Unione Europea all’incapacità delle Regioni di utilizzare in modo efficiente i fondi comunitari, rilanciando la proposta di una semplificazione normativa e della redazione di testi unici legislativi regionali. Ha poi definito la Città Metropolitana di Reggio Calabria una delle grandi incompiute della giunta regionale, ancora priva delle deleghe necessarie per esercitare il proprio ruolo.

Sul piano politico, Irto ha infine tracciato la rotta verso le prossime elezioni regionali, sostenendo che la candidatura del centrosinistra debba nascere da un percorso partecipato, radicato nel territorio e costruito su un progetto credibile, autonomo e condiviso, capace di rilanciare realmente la Calabria.