Politica di coesione smantellata, Sud e Calabria sotto attacco: fondi europei a rischio per finanziare il riarmo
Palmisano e Tridico (M5S) denunciano: “Cancellare i fondi per lo sviluppo del Mezzogiorno per alimentare la guerra è una vergogna da combattere in tutte le sedi”

La bozza del nuovo bilancio pluriennale della Commissione europea, attesa per la presentazione ufficiale, rischia di avere conseguenze devastanti per il Sud Italia e, in particolare, per la Calabria. Secondo le anticipazioni, i tradizionali strumenti della politica di coesione – i Por, Pac, Fesr e Fse – saranno accorpati in un unico fondo centralizzato, con una forte riduzione della capacità di spesa autonoma da parte delle Regioni. In altre parole, meno fondi, meno voce in capitolo e più distanza tra Bruxelles e i territori che più avrebbero bisogno di risorse.
La Calabria paga il prezzo più alto
Questa nuova impostazione, se confermata, colpirà duramente le Regioni del Mezzogiorno che più hanno beneficiato, negli ultimi anni, dei fondi europei per investimenti, innovazione, inclusione e sviluppo territoriale. Tra queste, la Calabria rischia di essere tra le più penalizzate, perdendo strumenti fondamentali per colmare il gap infrastrutturale, sociale ed economico rispetto al resto del Paese e dell’Europa. A denunciare con forza questa deriva sono gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmisano e Pasquale Tridico, che parlano senza mezzi termini di “vergogna assoluta”.
Fondi tolti alla coesione per finanziare il riarmo
Secondo Palmisano e Tridico, l’obiettivo non dichiarato di questa riforma è dirottare parte consistente delle risorse comunitarie verso la difesa e il riarmo, sacrificando di fatto le politiche di sviluppo e riducendo gli strumenti per la riduzione delle disuguaglianze. Un cambio di rotta gravissimo, dicono, su cui “ci sono le impronte digitali di Ursula Von der Leyen, del Commissario Raffaele Fitto – che ha la delega alla Coesione – e delle forze politiche che li sostengono”. Il Movimento 5 Stelle annuncia battaglia in tutte le sedi istituzionali europee, definendo inaccettabile lo smantellamento di una politica che per anni ha rappresentato l’unico argine alla desertificazione economica del Sud.
Un rischio concreto di marginalizzazione definitiva
Se questa linea dovesse essere approvata, interi territori del Mezzogiorno rischiano di rimanere privi degli strumenti fondamentali per lo sviluppo, in un momento storico già segnato da spopolamento, disoccupazione e crisi dei servizi pubblici. La Calabria, che in questi anni ha potuto attivare progetti vitali grazie alla programmazione europea, vedrebbe interrotti processi di crescita appena avviati. La scelta di sacrificare la coesione per alimentare spese militari non solo mina i principi fondanti dell’Unione, ma rappresenta anche un duro colpo alle speranze di un futuro migliore per milioni di cittadini del Sud.