Il primario Mangialavori si dimette dall’ospedale di Vibo Valentia: “Scelte sofferte ma necessarie”
Dopo i recenti casi di cronaca al reparto di Ginecologia, il medico chiarisce: “Nessuna responsabilità del personale. Dimissioni legate a gravi carenze strutturali e istituzionali”

Il primario di Ginecologia dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, Vincenzo Mangialavori, ha annunciato le proprie dimissioni, motivandole con ragioni “profonde e gravi”, ma non riconducibili ai recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto il reparto da lui diretto. Il riferimento è alla morte di Martina Piserà, 32 anni, al settimo mese di gravidanza, e al caso di una donna maliana che ha perso il figlio mentre era ricoverata. Su entrambi gli episodi, attualmente sotto indagine da parte della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, Mangialavori ha espresso profondo cordoglio alle famiglie colpite.
Le precisazioni del primario: “Nessuna responsabilità del reparto”
Mangialavori ha tenuto a precisare pubblicamente che, in entrambi i casi, non vi sarebbe alcuna responsabilità da parte del personale del reparto di Ginecologia. Riguardo alla tragedia della signora Piserà, il medico ha chiarito che la paziente è arrivata in ospedale con un feto già privo di battito cardiaco e ha avuto un arresto cardiaco a pochi minuti dal ricovero. Nonostante l’immediato intervento medico, non è stato possibile salvarla. Anche nel secondo caso, la donna maliana sarebbe arrivata in condizioni cliniche già critiche, con una grave emorragia in corso dovuta a un aborto spontaneo. Solo grazie alla tempestività del personale, è stato possibile salvarle la vita.
Critiche al sistema e addio con amarezza
Nel suo intervento, Mangialavori ha anche denunciato il clima ostile nei confronti del personale sanitario, spesso vittima di accuse e linciaggi mediatici nei social. Ha quindi spiegato che le sue dimissioni sono maturate nel tempo, a seguito della mancata risposta delle istituzioni alle ripetute richieste di dotazioni e attrezzature fondamentali per garantire prestazioni adeguate. “Lascio con grande amarezza, ma con la coscienza pulita e orgogliosa di aver sempre agito con dedizione, competenza e rispetto”, ha concluso il primario, rivendicando oltre trent’anni di professione svolta con onore.