Overtourism in Italia, la Calabria resta ai margini del turismo di massa: Reggio tra le province meno affollate
Secondo l’Indice Demoskopika 2025, mentre città come Rimini e Venezia scoppiano di turisti, la Calabria si conferma ancora una volta lontana dal sovraffollamento, tra grandi potenzialità e occasioni da cogliere

Rimini, Venezia e Bolzano si confermano, anche per il secondo anno consecutivo, le città italiane più esposte al fenomeno dell’overtourism, ovvero il sovraffollamento turistico che impatta negativamente su risorse locali, vivibilità urbana e sostenibilità ambientale. A dirlo è l’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico (ICST) elaborato dall’Istituto Demoskopika, pubblicato in anteprima su ANSA.it. L’indagine analizza parametri come densità, intensità turistica e produzione di rifiuti legati al turismo, mettendo in evidenza le criticità dei territori più frequentati. Rimini, con oltre 17mila presenze per km² e quasi 77 kg di rifiuti per turista, guida la classifica dell’affollamento estremo. Venezia la segue con quasi 16mila presenze per km² e un’intensità turistica di 47 visitatori per ogni abitante.
Calabria fuori dalla morsa del turismo di massa
All’estremo opposto si posizionano alcune province tradizionalmente fuori dai radar del turismo di massa. Tra queste spicca Reggio Calabria, che figura nella lista delle aree con livelli di sovraffollamento turistico bassi, accanto a Rieti, Benevento, Isernia, Avellino e Campobasso. In queste zone, l’impatto del turismo sulle infrastrutture e sulla qualità della vita risulta contenuto, segnalando una minore pressione antropica e una gestione del flusso turistico ancora equilibrata. Questi dati, se da un lato confermano la scarsa attrattività della regione nei circuiti turistici dominanti, dall’altro evidenziano un potenziale importante: in un contesto nazionale che soffre per il turismo eccessivo, la Calabria può proporsi come alternativa sostenibile e di qualità.
Tra criticità e opportunità per il Sud
La fotografia offerta da Demoskopika restituisce l’immagine di un’Italia spaccata in due: da un lato le città sovraccariche, dall’altro aree a forte vocazione turistica potenziale ma ancora poco valorizzate, come ampie zone del Mezzogiorno. Per la Calabria, il dato di Reggio Calabria rappresenta un monito e un’occasione: investire in un turismo responsabile, diffuso e ben strutturato può significare rilancio economico senza i costi sociali e ambientali dell’overtourism. Occorre però intercettare i nuovi trend di viaggio, migliorare i servizi, potenziare le infrastrutture e promuovere un racconto autentico del territorio. In un’Italia che si dibatte tra eccessi e carenze, la Calabria può diventare il modello di un turismo diverso, più umano, più sostenibile. E finalmente competitivo.