Oscar Truzzi, vittima innocente della ‘ndrangheta colpita per errore
Un ragazzo disabile ucciso il 16 aprile 1999 a Reggio Emilia in un agguato scambiato per un boss mafioso

La sera del 16 aprile 1999, in pieno centro di Reggio Emilia, venne assassinato Oscar Truzzi, un giovane nomade affetto da disabilità. Non si trattò di un delitto mirato nei suoi confronti, bensì di un tragico errore: i sicari, appartenenti alla ‘ndrangheta calabrese, lo scambiarono per un boss mafioso, Giuseppe Grande Sarcone, obiettivo reale dell’agguato. Oscar stava guidando un’auto dello stesso tipo e colore di quella che avrebbe dovuto condurre il suo vero bersaglio, ed è così caduto vittima di una violenza che nulla aveva a che fare con lui.
Chi era Oscar e le conseguenze dell’errore fatale
Oscar Truzzi non aveva alcuna relazione con ambienti criminali: era un ragazzo disabile che viveva una vita ordinaria, lontano dalle logiche mafiose. La sua morte, frutto di uno scambio di identità, ebbe caratteristiche aberranti. Durante il processo, il pentito Paolo Bellini ammise che l’omicidio era «un errore colossale, globale», una decisione presa con leggerezza amministrativa, senza il diritto di scelta per la vittima. Truzzi fu definito “massacrato injustamente”, un uomo che non avrebbe mai dovuto essere coinvolto in quell’agguato.
Processi, condanne ed eredità giudiziaria
L’omicidio di Oscar Truzzi è stato inserito nei più ampi processi contro la ‘ndrangheta in Emilia. Nel corso del processo, in particolare, la condanna venne confermata anche in appello, con la riconferma del fatto che il ragazzo fosse stato ucciso per errore. Diverse persone furono colpite da condanne definitivi per il delitto di Antonio Valerio e altre vicende legate al contesto criminale, ma Oscar Truzzi rimane uno dei casi simbolo delle vittime innocenti: la “frecce sbagliate” della criminalità.
Il processo “Perseverance” e quello relativo al maxi procedimento ‘Aemilia hanno contribuito a ricostruire il ruolo di alcune cosche calabresi nel delitto. Una delle sentenze d’appello confermò le pene per le cosche coinvolte e rafforzò l’ipotesi che l’omicidio fosse una conseguenza della guerra tra clan Vasapollo/Ruggiero, tra i quali Truzzi rimase vittima collaterale.
Memoria, dolore e impegno antimafia
La figura di Oscar Truzzi è oggi ricordata non solo come vittima di un agguato mafioso, ma come simbolo della ingiustizia subita da chi non aveva alcuna responsabilità criminale. La sua morte è una testimonianza dolorosa delle logiche ciniche della ‘ndrangheta, disposte a uccidere chiunque si trovi sulla strada sbagliata, pur senza alcun merito o scelta.
La sua memoria vive nelle iniziative pubbliche, nelle sezioni dedicate alle vittime innocenti e nel monito che ogni comunità dovrebbe far proprio: non esistono errori innocenti quando impera il potere mafioso, e ogni cittadino può trovarsi, suo malgrado, nel mirino dell’illegalità.