Capodanno, il brindisi con lo spumante calabrese come simbolo di identità e qualità
Tra Docg, bollicine in crescita e vetrine nazionali, il vino calabrese punta sul 2026
La Calabria può contare su un sistema vitivinicolo articolato e identitario, con 19 Indicazioni Geografiche riconosciute, tra 9 Doc e 10 Igt, e una produzione annua di circa 370 mila ettolitri. Dal 2025 si è concluso l’iter di riconoscimento della prima Docg regionale per il Cirò, un passaggio storico che rafforza qualità, reputazione e riconoscibilità del vino calabrese. Pur restando una nicchia in termini quantitativi, il comparto esprime un valore economico significativo e trova il suo futuro nel legame stretto con i territori, il paesaggio, la storia e l’identità culturale regionale.
Le bollicine made in Calabria tra tradizione e innovazione
Il segmento degli spumanti calabresi è relativamente giovane ma in costante crescita. Prevale il metodo Martinotti-Charmat, affiancato in alcuni casi dal Metodo Classico. Diverse cantine stanno investendo sulle bollicine, puntando sui vitigni autoctoni e su una produzione di qualità capace di ottenere riconoscimenti anche fuori regione. Nonostante la Calabria non sia ancora una realtà leader, il comparto rappresenta una scommessa strategica per differenziare l’offerta e valorizzare l’identità mediterranea del vino regionale.
Capodanno, consumi in crescita e vetrina nazionale
Le festività di fine anno rappresentano il momento di massimo consumo per lo spumante italiano e, come sottolinea Coldiretti Calabria, cresce anche la presenza delle bollicine calabresi sulle tavole, nei ristoranti e negli agriturismi. Le previsioni per il Capodanno confermano un bilancio positivo per il settore. L’auspicio è che eventi simbolici, come il Capodanno Rai a Catanzaro, scelgano di brindare con spumante calabrese. Come evidenzia Franco Aceto, sarebbe un segnale forte delle potenzialità dell’agroalimentare regionale, già motore dell’economia calabrese anche sui mercati nazionali ed esteri.