Diego Rosmini
Diego Rosmini

Il clan Rosmini è tra le più potenti cosche della 'ndrangheta reggina. Durante la Seconda guerra di 'ndrangheta (1985–1991), si schierarono accanto ai clan Condello, Imerti e Serraino nell’acceso conflitto contro le famiglie De Stefano, Tegano, Libri e Latella. Il loro territorio d’influenza comprende i quartieri di Ciccarello, Modena e San Giorgio a Reggio Calabria.

Capibastone carismatici e condanne

Tra le figure di spicco, Diego Rosmini, detto “Il Direttore”, è stato capobastone condannato all’ergastolo per omicidio e associazione mafiosa, incluso l’ordine dell’omicidio del politico Lodovico Ligato. A lui è succeduto Diego Rosmini junior, che risulta attualmente indagato in più procedimenti penali. Un altro esponente noto è Antonio Rosmini, latitante per oltre dieci anni prima dell’arresto nel 2004, ricercato per omicidi di mafia.

Infiltrazioni nel settore immobiliare e appalti pubblici

Il clan Rosmini ha messo in atto una strategia di predominio nel settore edile, imponendosi in particolari aree urbane. Sotto la denominazione “Cemetery Boss”, si scoprirono legami con appalti per cimiteri nel quartiere Modena, grazie anche alla complicità di un funzionario comunale. Si tratta di un esempio della loro capacità di infiltrazione nella pubblica amministrazione e nell’economia legale.

Operazioni della polizia e sequestro di beni

Le forze dell’ordine negli ultimi anni hanno messo a segno duri colpi contro la cosca. In un’operazione congiunta contro i clan Rosmini e Caridi, furono eseguiti dodici arresti, con il sequestro di beni per circa 5 milioni di euro. Inoltre, è stato documentato come un imprenditore legato al clan gestisse appalti tra il centro storico e la zona sud della città su una porzione rilevante del tessuto urbano.

Potenza criminale radicata e attuale

Grazie alla sua forza territoriale e relazionale, il clan Rosmini mantiene un ruolo centrale nella 'ndrangheta reggina, consolidando un perimetro di potere esteso nel tempo. Le indagini giudiziarie, le operazioni poliziesche e i sequestri patrimoniali confermano l’importanza e la pericolosità della cosca.