Il clan Tegano: potere, guerra e pace nella 'ndrangheta di Reggio Calabria
Dall'alleanza con i De Stefano alla pax mafiosa: l'ascesa e la caduta di una delle cosche più influenti della criminalità calabrese

Il clan Tegano rappresenta un esempio emblematico di come le dinamiche interne alla 'ndrangheta possano evolversi nel tempo, passando da alleanze strategiche e conflitti sanguinosi a riorganizzazioni del potere e declino. La storia della cosca evidenzia l'importanza delle relazioni familiari e delle alleanze matrimoniali nella struttura della criminalità organizzata calabrese, nonché l'efficacia delle operazioni di contrasto delle forze dell'ordine nel disarticolare le organizzazioni mafiose.
Le origini e l'ascesa del clan Tegano
Il clan Tegano, originario del quartiere Archi di Reggio Calabria, è una delle cosche storiche della 'ndrangheta. Guidato da Giovanni Tegano e dai suoi fratelli Pasquale e Giuseppe, il clan ha consolidato il proprio potere attraverso alleanze strategiche, in particolare con la potente 'ndrina De Stefano. Questa alleanza fu formalizzata nel 1985 con il matrimonio tra Orazio De Stefano e Antonietta Benestare, nipote di Giovanni Tegano, rafforzando i legami tra le due famiglie.
La seconda guerra di 'ndrangheta
Tra il 1985 e il 1991, Reggio Calabria fu teatro della Seconda guerra di 'ndrangheta, un conflitto interno che vide contrapporsi due fazioni: da un lato i clan De Stefano, Tegano, Libri e Latella; dall'altro i Condello, Imerti, Serraino e Rosmini. Il conflitto, scatenato da rivalità territoriali e dispute su appalti pubblici, causò oltre 600 morti . Dopo l'uccisione di Paolo De Stefano nel 1985, i Tegano assunsero un ruolo centrale nella conduzione della guerra e nella successiva negoziazione della pace.
La pax mafiosa e la riorganizzazione del potere
Nel 1991, grazie alla mediazione di figure di spicco come Antonio Nirta e Domenico Alvaro, fu raggiunta una pax mafiosa che pose fine al conflitto. I clan coinvolti si accordarono per una divisione delle aree di influenza a Reggio Calabria, dando vita al "mandamento di Centro", comprendente i clan De Stefano, Tegano, Condello e Libri. Questa riorganizzazione permise una gestione più stabile e coordinata delle attività criminali nella regione.
Latitanza, arresti e declino
Giovanni Tegano divenne latitante nel 1993 e fu inserito nella lista dei 30 latitanti più pericolosi d'Italia. Dopo 17 anni di fuga, fu arrestato nel 2010 a Reggio Calabria. Durante la sua latitanza, il clan mantenne una posizione di rilievo nella 'Ndrangheta, ma l'arresto di Giovanni segnò l'inizio di un declino. Anche suo fratello Pasquale, latitante dal 1994, fu arrestato nel 2004 . Entrambi furono condannati all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa.
Eredità e influenza attuale
Nonostante gli arresti dei leader storici, il clan Tegano ha mantenuto una certa influenza nel panorama criminale calabrese. Negli anni successivi, le forze dell'ordine hanno continuato a colpire la cosca con diverse operazioni, tra cui l'operazione "Archi" del 2011, che portò all'arresto di 21 affiliati, tra cui i fratelli di Giovanni, Giuseppe e Bruno Tegano. Tuttavia, la struttura del clan ha subito un indebolimento significativo, e la sua capacità operativa è stata ridotta rispetto al passato.