Acquaro tra acque generose, storia millenaria e resilienza silana
Un borgo calabrese che racconta di sorgenti vivaci, architetture antiche e tradizioni sospese tra terremoti e devozione

Acquaro, nel vibonese, trova le sue origini in epoche remote. Il toponimo deriva probabilmente dal latino Aquarium, che richiama la ricchezza d’acqua del territorio. In passato, l’abitato era chiamato Poteja: un toponimo di chiara origine greca, che significa “luogo dove scorre l’acqua”, testimonianza dell’importanza delle sorgenti locali nella vita quotidiana della comunità.
Tra contesti feudali e distruzioni naturali
Il paese sorse come casale dell’antico Stato di Arena durante il periodo normanno. Successivamente, passò ai Conti Concubet, agli Acquaviva d’Aragona e ai Caracciolo di Gioiosa, attraversando rilevanti vicende feudali. Il tessuto urbano ne fu più volte segnato: violenti terremoti nel 1659, 1783 e 1905, insieme a un’alluvione devastante nel 1885, cambiarono profondamente volto al borgo.
Un paesaggio diviso dall’acqua
Il centro storico è attraversato dal fiume Amello, affluente del Mesima, che separa idealmente la zona vecchia da quella nuova. Territorio collinare, Acquaro è circondato da ben sette colli e mantiene una presenza significativa di sorgenti oligo-minerali, in particolare nelle contrade di Fellari e Limpidi.
Architetture sacre e tracce storiche
Il patrimonio culturale conserva testimonianze antiche: la chiesa madre di Santa Maria dei Latini, la chiesetta di San Giuseppe e il Calvario del XVIII secolo sono luoghi dotati di valore artistico e spirituale. Affreschi, statue lignee intagliate e un crocifisso quattrocentesco raccontano secoli di devozione e memoria. A fondo valle, i ruderi del convento della Santissima Trinità di Arena evocano un passato religioso ricco e complesso.
Natura, passeggiate e riserve
Acquaro fa parte della defunta Comunità Montana dell'Alto Mesima e oggi si trova all’interno del perimetro del Parco delle Serre. La Riserva Naturale Statale del Marchesale, condivisa con Arena, si estende verso le Serre e offre paesaggi boschivi rigogliosi, tra sorgenti, faggete e piccoli corsi d’acqua che incarnano la vitalità del territorio.
Vita comunitaria, feste e rituali
Localmente, si celebrano con intensità le feste religiose: spiccano il culto di San Rocco (patrono festeggiato a metà agosto), la festa della Madonna Assunta, San Liberata e il Rosario a Limpidi. Manifestazioni folkloristiche accompagnano la vita festiva, inclusa l’antica “Battaglia du Cumbiantu” tra ragazzi di Acquaro e del vicino Dasà — una tradizione ormai cessata, ma profondamente radicata nella memoria locale.