Ponte sullo Stretto, Orlando: “Non è una priorità, prima completare il Terzo Valico”
L’ex ministro della Giustizia critica la reazione del governo al parere della Corte dei Conti
 
				Sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina continua il confronto politico. A prendere posizione è l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, oggi esponente del Partito Democratico, che a Porta a Porta ha espresso forti perplessità sull’opera e sulle reazioni del governo dopo la decisione della Corte dei Conti di non concedere il visto di legittimità alla delibera Cipess.
“Riteniamo che rispetto al Ponte ci siano altre priorità – ha dichiarato – e che vadano trovate le risorse per completare infrastrutture strategiche come il Terzo Valico, nel quadrante Nord-Ovest del Paese, per il quale non bastano i fondi del Pnrr”.
“Il problema non è la Corte dei Conti, ma chi non accetta i controlli”
Orlando ha criticato la reazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del vicepremier Matteo Salvini, parlando di un atteggiamento di “insofferenza al sistema dei controlli” da parte del governo.
“Quando la Meloni reagisce come abbiamo visto – ha spiegato – il sospetto che la riforma della Giustizia sia fatta come conseguenza di questa insofferenza cresce in modo esponenziale. Dà fastidio chiunque ponga il tema della legalità delle procedure”.
Un’affermazione che riporta al centro del dibattito il ruolo degli organi di controllo contabile, in un momento in cui la Corte dei Conti ha sollevato dubbi su coperture economiche, sostenibilità del progetto e rispetto delle normative europee.
“Aspettiamo le motivazioni della Corte, ma le divisioni nella maggioranza sono evidenti”
L’ex ministro ha invitato ad attendere la pubblicazione delle motivazioni della Corte dei Conti, spiegando che “potrebbero emergere vizi superabili o questioni strutturali sull’essenza stessa dell’opera”. Tuttavia, ha evidenziato come la spaccatura politica sul Ponte sia ormai palese: “Le reazioni disarticolate che abbiamo visto – ha aggiunto – fanno pensare che questo Ponte non lo voglia neanche tutta la maggioranza. In un momento in cui molte infrastrutture, promesse con il Pnrr, sono ferme o incomplete, cresce la pressione interna su Salvini perché ripensi le sue priorità”.
Il nodo dei costi e la difesa della Corte dei Conti
Orlando ha poi ricordato che la Corte dei Conti non entra nel merito delle leggi ma valuta la legittimità degli atti amministrativi, mentre la Ragioneria Generale dello Stato è competente sulle coperture finanziarie.
“Questo è un Paese – ha sottolineato – che è riuscito a fare opere pubbliche che alla fine dell’iter costavano tre volte di più del previsto. La Corte dei Conti andrebbe ringraziata se segnala il rischio di una crescita della spesa”.
Parole che intendono ribadire il valore dei controlli come garanzia di trasparenza e di tutela delle risorse pubbliche, in un contesto in cui il Ponte sullo Stretto continua a dividere l’opinione pubblica e la stessa maggioranza di governo.
La Calabria al centro ma ancora in attesa di infrastrutture reali
Mentre il dibattito politico si concentra sul megaprogetto tra Sicilia e Calabria, nella regione continuano a mancare infrastrutture di base: collegamenti ferroviari efficienti, strade sicure, vie di comunicazione tra Ionio e Tirreno.
Il Ponte rimane per ora un simbolo, più che un’opera concreta, mentre la Calabria chiede investimenti certi sulle sue reti interne. In questo quadro, le parole di Orlando trovano eco nel territorio: prima le infrastrutture necessarie, poi i grandi annunci. Perché la credibilità di un Paese, ha ricordato l’ex ministro, “non si misura sulle promesse, ma sulla capacità di completare ciò che si inizia”.