Matteo Tubertini
Matteo Tubertini

Durante la conferenza stampa sul nuovo “codice rosso anti-usura” promosso dal Movimento 5 Stelle, è intervenuto con parole forti Matteo Tubertini, imprenditore calabrese della Guglielmo Caffè, azienda storica vittima di un attentato mafioso. “Rappresento un brand storico in Calabria, ma la pressione della criminalità è soffocante – ha dichiarato –. Chi denuncia non viene ascoltato. Un’azienda che sceglie la legalità non ha lo Stato accanto”. La sua testimonianza ha messo in luce il dramma quotidiano vissuto da molte realtà produttive nel Mezzogiorno.

Fuga delle imprese e assenza dello Stato


Tubertini ha denunciato una situazione sempre più insostenibile per gli imprenditori onesti: “Tante aziende stanno valutando di abbandonare la Calabria e questo significa che il Sud non è nelle condizioni di garantire un’attività economica libera”. Il suo grido d’allarme non è solo uno sfogo, ma una fotografia impietosa di un territorio dove legalità e sviluppo sembrano incompatibili senza una reale protezione istituzionale.

La proposta del codice rosso anti-usura


Le parole di Tubertini si intrecciano con la proposta di legge avanzata dal deputato M5s Francesco Silvestri per riformare l’articolo 14 della legge del 1996. “Non si può aspettare 900 giorni per assistere una vittima di usura – ha detto – serve subito una corsia preferenziale”. Un’idea condivisa anche dal leader M5s Giuseppe Conte: “Abbiamo il dovere morale di proteggere chi è in difficoltà, esattamente come facciamo per le vittime di violenza”.