Una sentenza del Giudice di Pace di Catanzaro ha riconosciuto la responsabilità contrattuale di Poste Italiane per non aver informato correttamente un risparmiatore sulla scadenza e prescrizione dei Buoni Fruttiferi Postali (BFP). L’azienda è stata condannata a risarcire integralmente le somme investite, comprensive degli interessi maturati per l’intera durata del titolo. La decisione ribadisce che il diritto al rimborso non può essere limitato al solo capitale in caso di mancata informazione da parte dell’ente emittente.

Il ruolo del Codacons: “Sentenza storica a difesa dei risparmiatori”

Il caso è stato seguito dal Codacons, che ha definito la decisione una tappa fondamentale per la tutela dei cittadini. «Il danno non riguarda solo il capitale – ha dichiarato il vicepresidente nazionale Francesco Di Lieto – ma anche gli interessi che sarebbero maturati se Poste avesse rispettato i propri obblighi informativi». Il risparmiatore coinvolto vive in un’area interna della Calabria e, come tanti italiani, aveva affidato i propri risparmi alle Poste confidando nella loro affidabilità istituzionale.

Fiducia tradita nelle aree interne: “Poste presidio dello Stato”

Di Lieto ha ricordato come, soprattutto nei piccoli centri, gli uffici postali rappresentino un punto di riferimento pubblico, insieme alle caserme dei Carabinieri. «È naturale che un cittadino riponga fiducia in Poste – ha spiegato – ma questa fiducia è stata tradita quando non sono state fornite informazioni essenziali sulla prescrizione dei buoni». Proprio questa condotta, secondo il Codacons, rende ancora più grave la responsabilità dell’azienda.

Arbitrato respinto, il giudice ribalta tutto e richiama il D.M. 2000

Prima di rivolgersi al giudice, il consumatore aveva presentato ricorso all’Arbitrato Bancario Finanziario (ABF), che aveva respinto la domanda sostenendo che Poste non fosse obbligata a fornire indicazioni specifiche sulla prescrizione. Con la sua sentenza, il Giudice di Pace ha però ribaltato questa interpretazione, richiamando il Decreto Ministeriale del 19 dicembre 2000, che impone a Poste l’obbligo di informare il cliente su caratteristiche e scadenze del titolo al momento della sottoscrizione.

Antitrust: pratica commerciale scorretta e ingannevole

La decisione cita anche il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) del 18 ottobre 2022, secondo cui Poste avrebbe adottato una pratica commerciale ingannevole nella vendita dei buoni fruttiferi, omettendo informazioni essenziali ai risparmiatori. Il giudice ha chiarito che la pubblicazione dei regolamenti sulla Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a garantire la corretta informazione dei clienti, spesso anziani o privi di competenze finanziarie.

Una sentenza che apre la strada ad altri ricorsi

Con questa pronuncia è stata riconosciuta la responsabilità contrattuale di Poste per inadempimento e il diritto al risarcimento completo del danno subito dal consumatore. «Questa sentenza – conclude Di Lieto – rappresenta un precedente fondamentale per tutti coloro che hanno sottoscritto Buoni Fruttiferi Postali senza ricevere informazioni sulla scadenza. Ora anche altri risparmiatori potranno agire per recuperare il capitale e gli interessi pattuiti. Il risparmio va difeso e rispettato».