Consultorio di Cariati chiuso per mancanza di personale: scoppia la protesta politica
La deputata M5S Anna Laura Orrico accusa la Regione: “Disservizio gravissimo, i cittadini pagano l’assenza di programmazione e delle assunzioni promesse”
La chiusura del consultorio medico di Cariati, motivata dalla carenza di personale, riaccende il dibattito sulla tenuta della sanità territoriale in Calabria. A denunciare con forza la situazione è la deputata del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico, che parla di un disservizio “inaccettabile” e delle “gravissime ricadute” sui cittadini del territorio.
Secondo quanto riferito, il servizio resterà sospeso senza una data prevista per la riapertura, lasciando un intero comprensorio privo di un presidio fondamentale soprattutto per donne, minori e famiglie.
Orrico: “Una ferita per il territorio e per i diritti dei cittadini”
La parlamentare sottolinea come la chiusura del consultorio rappresenti un ostacolo enorme per le comunità locali, già costrette a confrontarsi con lunghi spostamenti per accedere a prestazioni essenziali.
“Le famiglie – afferma Orrico – non possono avvalersi di un servizio che dovrebbe essere garantito e stabile. I comitati per la salute del territorio denunciano da tempo l’urgenza di presidi funzionanti, soprattutto in aree lontane dagli ospedali”.
Poi l’attacco politico: “Il governatore è stato appena riconfermato, e invece di autoincensarsi dovrebbe pensare a garantire personale medico e sanitario. Le assunzioni e la medicina territoriale, finanziate con il Pnrr, dove sono?”.
Sanità calabrese ancora in affanno: “Aspettiamo i risultati promessi”
Orrico ricorda come la Calabria resti agli ultimi posti nelle classifiche nazionali sulla qualità dei servizi sanitari, nonostante le dichiarazioni ottimistiche del presidente Occhiuto.
“Attendiamo da tempo gli straordinari risultati annunciati – osserva – ma nel frattempo ci accontenteremmo che fossero garantiti i servizi minimi essenziali a Cariati e nel resto della regione”.
La chiusura del consultorio diventa così un caso emblematico delle difficoltà strutturali che affliggono la sanità territoriale calabrese, e una nuova sollecitazione alla Regione perché intervenga con urgenza per ripristinare un presidio fondamentale per la comunità locale.