Riceviamo e pubblichiamo

"Una delle (tante) vergogne calabresi di cui si parla poco, è la situazione di grave degrado e di grande pericolosità in cui versa il Porto di Cetraro. In pratica l’ingresso del porto è gravemente compromesso a causa del forte stato di insabbiamento. Il bel porto, che di fatto rappresenta l’unica realtà diportistica della provincia di Cosenza, versa in totale abbandono e né il comune di Cetraro, ne la regione ne alcun organismo a tutela del territorio si attivano con decisione per risolvere una situazione estremamente precaria oltre che estremamente pericolosa. L’imboccatura, infatti costringe diportisti e pescatori a compiere vere e proprie acrobazie per evitare danni alle proprie imbarcazioni e al proprio equipaggio. La sabbia la fa da padrone: provenendo da nord bisogna spingersi infatti, molto più a sud e poi tornare indietro lambendo la costa per avere qualche chances di non arrecare alcun danno. Ma vergogna delle vergogne, in questo scenario di degrado e di abbandono, si inserisce una ordinanza della Capitaneria di Porto di Cetraro, a firma del comandante Fabio Palombella che scarica, nella maniera più “pilatesca” possibile, tutte le responsabilità sui poveri proprietari di imbarcazioni, invitandoli, se è il caso a dirigersi verso altri porti (come se ce ne fosse un altro nella vicina Acquappesa!!!). Caro Comandante, non va affatto bene. Lei rappresenta la più alta Autorità in questo ambito ed in questo maledetto lembo di Mediterraneo. Lei non può lavarsene, in maniera così indignitosa, le mani. Lei deve assumersi la responsabilità per dire se ci sono le condizioni di sicurezza e lasciare il porto regolarmente aperto, oppure no e prendere i conseguenti provvedimenti. Lei non è uno dei tanti modesti politici che operano sul territorio calabrese. Lei è, per dirla in una parola l’AUTORITA’. E come tale non se ne può lavare le mani. La invitiamo, pertanto, a ritirare quella ordinanza che non le fa affatto onore e ad assumersi le responsabilità che la Sua prestigiosa divisa Le impone. Nel frattempo Le anticipiamo che qualora si dovesse verificare un qualsivoglia incidente la prima persona che attraverso i nostri legali metteremo di fronte alle Sue responsabilità penali e civili sarà proprio Lei, in quanto assolutamente consapevole dei rischi che corrono diportisti e pescatori. A Lei non sono assolutamente consentite disattenzioni o atteggiamenti omissivi. Lei è una persona seria, le pagliacciate le lasci ai politici e ai nostri (modesti) amministratori".

Un gruppo di diportisti