Ci sono errori che costano più cari per alcuni rispetto che per altri, e quando questi errori sono alimentati da carenze del sistema Paese allora è doveroso interrogarsi su possibili soluzioni - così esordisce Cuda.


 

Gli studi statistici infatti ci dicono che a un anno dalla laurea per 18 diplomati su cento la scelta universitaria si rivela fallimentare per questo il miglioramento degli attuali sistemi di orientamento
universitario in ingresso appare naturale, rispondendo all’escursione didattica cui sono chiamati gli studenti che decidono di iscriversi a un corso di studi universitario.

 

Un primo scenario di soluzione è quindi stabilire una collaborazione tra istituzioni universitarie e scuole secondarie di secondo grado, che non sia limitato al mero incontro una tantum sull’orientamento in uscita ma a un meccanismo di coinvolgimento tale da condurre alla maturazione di una consapevolezza nella scelta dello studente.

 

Perché non istituire uno strumento di orientamento che si poggi sull’introduzione delle lezioni a distanza e quindi del digitale nel mondo delle università? L’istituzione di un mini percorso universitario integrato nel programma didattico delle scuole superiori come forma di orientamento in uscita può classificarsi come driver per l’inizio di questo scenario collaborativo tra le due istituzioni,- continua Cuda.


 

La proposta, in stretta sintesi ma già pronta nel dettaglio, prevede che il percorso per ogni cdl venga definito dalle università ed erogato nella misura di 40 ore in live o registrate, 10h a insegnamento per un totale di n°4 insegnamenti, individuati come gli insegnamenti più rappresentativi del percorso.

 

Lo studente o la studentessa del 4° o del 5° a inizio anno dovrà individuare il corso o i due corsi di laurea che intende esplorare in maniera approfondita, se la scelta ricadrà su due corsi potrà essere previsto o un aumento delle ore nel programma didattico, affrontabile con un doposcuola, o una diminuzione degli insegnamenti erogati per cdl.


 

Tale esperienza consentirebbe allo studente non solo di avvicinarsi dal punto di vista tematico all’università ma soprattutto da un punto di vista attitudinale. -Seguiranno approfondimenti e azioni per portare all’attenzione degli corpi di rappresentanza regionale e nazionali la proposta.

 

Spero già da ora nel supporto di associazioni di settore, rappresentanti cittadini e territoriali, rappresentanti regionali e nazionali, perché si schierino al fianco di questa proposta ma soprattutto perché aprano un dibattito serio affinchè Scuola e Università non appaiano allo studente come due monadi, a sé stanti, ma concorrano insieme alla costruzione di una comunità scolastica più consapevole per mezzo di modelli flessibili e innovativi quali siamo consueti utilizzare oggigiorno per altri spazi di attività- conclude Cuda.