Un'estate di netta ripresa, anche se le attese di inizio stagione - purtroppo - sono rimaste disattese e l'aumento dei costi energetici ha ridotto drasticamente i margini delle attività ricettive.

Per l'estate 2022 l'industria del turismo aveva sperato di riallinearsi ai livelli del 2019, ma l’ondata di contagi di fine giugno, il caro carburanti, il caos negli aeroporti e l'impennata dell'inflazione hanno in qualche modo indebolito la domanda.




In base alle informazioni raccolte, si rileva una crescita delle presenze del trimestre estivo (giugno-luglio-agosto) pari al +15,5% sul 2021. Per la componente nazionale l'aumento è del +5,1%, mentre per la componente straniera sale al +35,4%.

In termini assoluti i turisti registrati nelle strutture ricettive sono circa 49 milioni, per un totale di 198,8 milioni di pernottamenti, con un calo del -6,9% rispetto al 2019.

È questo lo scenario che emerge dall'indagine di Assoturismo Confesercenti, realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, su un campione di 1.694 imprenditori della ricettività.

Il trimestre appena concluso ha dunque segnato il ritorno alla "normalità" delle vacanze estive e un importante consolidamento della crescita dei flussi turistici.

Risultati rilevanti sono emersi per gli stranieri, sebbene ancora sotto i livelli del 2019 (-20,2%).

Le imprese ricettive hanno ospitato prevalentemente turisti tedeschi, ma anche dalla Francia, dai Paesi Bassi, dalla Svizzera, dal Belgio, dagli Stati Uniti e dal Regno Unito.

Gli aumenti più significativi sono stati registrati soprattutto nelle regioni del Nord Ovest (+18,5%), del Nord Est (+16,8%) e del Centro (+16,2%). Per le regioni del Sud e Isole la crescita stimata è del +10,3%.