Nel corso del suo intervento a Castrovillari, il consigliere regionale, Ferdinando Laghi, ha inoltre evidenziato le criticità del locale spoke "P. Ferrari"


 


"La sanità pubblica calabrese può recuperare solo se tutti lavorano lealmente e insieme: sanitari, politici, cittadini". Così il consigliere e capogruppo in Consiglio regionale di De Magistris Presidente, Ferdinando Laghi, nel suo intervento al X Congresso nazionale di Cardiologia Castrocuore, tenutosi a Castrovillari dal 4 all'8 ottobre.


"La Cardiologia di Castrovillari - ha esordito Laghi - è una vera eccellenza a livello nazionale ed il suo direttore, Giovanni Bisignani, è un clinico ed un organizzatore di grandi qualità, che ha dato risposte di salute adeguate alle nostre popolazioni".


Laghi, nel suo saluto, ha di fatto fornito una concisa analisi della sanità regionale, il cui livello - ha sottolineato - è, attualmente, assai gravemente insufficiente, dopo anni e anni di abbandono e cattive gestioni, da cui ci si potrà risollevare "solo quando ci sarà una reale e complessiva unità d'intenti".


Il consigliere, poi, è entrato nello specifico caso dello spoke di Castrovillari, che non può reggersi solo sull'efficienza di pochi reparti ma che necessita di essere potenziato e riempito di personale sanitario, piaga che accomuna diverse strutture ospedaliere in tutta la Calabria.


La stessa Unità Operativa Complessa di Cardiologia, diretta dal dottor Bisignani, necessita dell'ampliamento dell'emodinamica, attualmente attiva solo 12 ore al giorno.


Non poteva mancare, infine, il riferimento all'assenza della Unità Operativa di Riabilitazione Intensiva -prevista e ratificata da anni presso lo spoke della città del Pollino -, che attende solo una firma per poter essere immediatamente istituita mentre, "scandalo nello scandalo" - afferma Laghi - chi la potrebbe dirigere, da anni è confinato in altro ospedale, demansionato e senza poter far nulla, se non continuare a chiedere di svolgere le sue funzioni, in sede propria".


"L'Asp deve accelerare sui concorsi, troppo pochi e lenti soprattutto per la Dirigenza medica - ha concluso Laghi.


Concorsi a tempo indeterminato, in particolar modo per i direttori delle UOC, coloro cioè che devono organizzare quotidianamente il lavoro e contribuire a soddisfare i bisogni sanitari dei cittadini.


L'attuale lentezza nel portare a compimento questi concorsi è incompatibile con le necessità di salute delle popolazioni ed anche con l'urgenza di impegnare le risorse economiche disponibili, senza rischiare che vadano perdute, come già troppe volte accaduto nel passato".