In Italia, dopo la Chiesa e la mamma, ciò che più può essere considerato sacro e intoccabile è la cucina. Non a caso, quando un qualsiasi italiano vede con i propri occhi le rivisitazione dei piatti tipicamente italiani in chiave straniera, non può trattenersi dal non commentare in maniera offensiva e disgustata. Oltre a ciò, un italiano difficilmente accoglierebbe dei cambiamenti in fattore di cucina, sposando quelle modifiche spesso legate al clima, all’ambiente, a mutazioni del territorio. Per quanto – recentemente – cucine straniere come la giapponese o l’indiana siano state lentamente e faticosamente accettate nel pensiero comune della cucina italiana, c’è un ingrediente che proprio non vuole essere accettato: la farina di grillo.

Un prodotto che andrebbe contro ogni religione dell’arte culinaria italiana, che vede la farina, l’addendo principale del carboidrato, quasi ‘violentata’ nel suo ruolo. Dopo la valanga di insulti incassati da Gino Sorbillo, che avrebbe proposto la pizza a base di farina di grillo, una pizzeria nella provincia di Trieste ha voluto osare a scanso di ogni critica, piazzando i grilli direttamente sulla pizza.


Stiamo parlando della pizzeria ‘Mangiafuoco’ di Alessandro Pribaz e Umberto Barucca, ideatori di una pizza - chiamata 'Grillo Sparlante' - a base di mozzarella, crema di zucca e grilli essiccati. Per chi non avesse ancora capito, i grilli vengono utilizzati interi e disposti sopra la pizza a mò di topping, come avviene con ingredienti come funghi o prosciutto. Una scelta azzardata ma sicuramente originale, che se da un lato potrebbe causare una crociata dei paladini della cucina tradizionalista, dall’altra potrebbe piacevolmente sorprendere i palati più curiosi.