Le radiazioni, come i raggi X e i raggi gamma, a basse dosi non danneggiano il Dna: anzi, lo rendono più resistente in caso di esposizione ad alte dosi di radiazioni, evitando la rottura dei cromosomi.

Lo rivela uno studio italiano fatto sui moscerini della frutta, coordinato dalla Sapienza Università di Roma e pubblicato sulla rivista Communications Biology, che ha anche individuato per la prima volta il gene responsabile di questa risposta protettiva.

La ricerca, condotta in collaborazione con Istituto Superiore di Sanità (Iss), Università di Padova e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), potrebbe anche chiarire i fenomeni di radioresistenza osservati in molti tumori, dato che il gene individuato è presente anche negli esseri umani.

Comprendere gli effetti associati alle basse dosi di radiazioni riveste un’importanza rilevante dal punto di vista sociale, proprio per le continue esposizioni a cui siamo giornalmente sottoposti, durante il lavoro, gli esami medici ed i frequenti viaggi aerei.