Il corto circuito istituzionale sulla catena delle responsabilità decisionali che ha scaturito l’interruzione delle attività  mettendo a rischio i numerosi posti di lavoro del Sant'Anna Hospital prosegue. Dopo l’appello del presidente del CdA del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, Giovanni Parini, e del direttore sanitario, Soccorso Capomolla, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Vice Ministro della Salute Pierpaolo Sileri, al Presidente della Regione Antonino Spirlì, al Commissario ad acta Guido Longo e al Direttore della Salute Francesco Bevere per “un urgente incontro istituzionale al fine di poter praticare un confronto sulle motivazioni che stanno alimentando la crisi irreversibile del Sant’Anna Hospital”, un gruppo di dipendenti scrivono una lettera, dove traspira tutta la loro preoccupazione

“Abbiamo combattuto contro i mulini a vento dell’inefficienza. Con certosina pazienza abbiamo risalito la china, e come in un magico puzzle abbiamo posizionato ogni tassello, componendo un quadro di requisiti e di standard di qualità, che ha conquistato il parere favorevole della CAVSS e dell’OTA. Dopo la tempesta, la quiete che contraddistingue la natura delle cose, lo scorrere della vita, la voglia di ripartire. Tutto ciò fino al 5 marzo quando, come nell’ultimo atto della tragedia, abbiamo assistito all’apoteosi del dramma”. Una data, quella del 5 marzo che avrebbe dovuto dar la certezza ai dipendenti ed al management del Sant’anna Hospital la certezza della firma del decreto di rinnovo dell’accreditamento

Ebbene, dopo ben 8 ore di attesa, il commissario giustificava la mancata firma del decreto per un nuovo passaggio del verbale OTA presso la commissione straordinaria dell’ASP di Catanzaro. Una mancata firma, per colpa della solita burocrazia responsabile di aver ridotto la sanità calabrese nello stato in cui si trova, con un debito di oltre due miliardi umiliando tra l’altro chi negli ultimi 10 anni  ha effettuato oltre 10.000 interventi cardio chirurgici, 4500 interventi vascolari, 6000 interventi di elettrofisiologia, 15000 procedure di rivascolarizzazione miocardica mediante angioplastica. Un’attesa lunga e snervante dove alla fine la giustificazione è stata che “la firma è stata prorogata in quanto il  verbale OTA è stato inviato alla commissione straordinaria dell’ASP”. “ Una pietosa menzogna o eclatante gaffe, non supportata da alcun regolamento né  da alcuna legge. – viene definita dai dipendenti nella lettera - Una pietosa menzogna per prendere tempo, poiché nella mediocrità della struttura commissariale manca il giudizio del competente che ha selezionato i “mobili”.

Povera Terra , poveri calabresi! – conclude la lettera -  Essere presi in giro da cosidetti “ uomini delle istituzioni” inveterati burocrati impiegati per gestire realtà ben più complesse delle loro consolidate esperienze a stipendio fisso ed incrementale per 40 anni.   Quando non si riesce basta inventare qualche fanfaluca, non tenendo conto delle competenze di chi si ha davanti. L’ importante , in questa terra persa, è prendere tempo e far passare a “jurnata””.