Proseguono a ritmo costante le notizie che vedono colleghi aggrediti dai propri pazienti, inermi davanti alla ferocia di familiari esasperati da attese infinite che non dipendono dal medico in questione ma da una burocrazia infinita.


Solo negli ultimi giorni episodi del genere si sono registrati a Palermo, Matera, Taranto, Roma. Di fronte a questa escalation di violenza che non risparmia nessuno, medici, infermieri, operatori sanitari, a nulla è servito istituire l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari previsto nella legge anti-violenza 113 del 14 agosto 2020.


Istituito presso la direzione generale professioni sanitarie e risorse umane del Ssn del ministero della Salute, l'osservatorio conta circa 60 componenti in rappresentanza di ministeri, Regioni e di tutto il comparto ma, nonostante sia stato pubblicato il relativo decreto nel febbraio scorso ben poco si è fatto.


Tra gli obiettivi principali doveva esserci quello di intervenire per prevenire azioni di violenza che invece continuano a verificarsi con cadenza pressoché giornaliera.


Non è pensabile che i nostri sanitari, che già operano in situazioni precarie da un punto di vista strutturale e organizzativo, debbano costantemente guardarsi le spalle perché diventati la valvola di sfogo di un'utenza insoddisfatta.


Al di là dei monitoraggi relativi ad episodi di violenza e di eventi sentinella, fra i compiti dell'Osservatorio spiccano la promozione di studi e analisi per realizzare misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, garantire i livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro anche attraverso strumenti di videosorveglianza, promuovere le buone prassi in materia  di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, promuovere lo svolgimento  di  corsi  di  formazione  per  il personale finalizzati  alla  prevenzione  e  alla gestione delle  situazioni  di  conflitto.


Tutti buoni propositi, ci mancherebbe, ma che non stanno assolutamente fornendo risultati.


Il continuo aggiornare e produrre posti amministrativi e di burocrati non serve ad una sanità efficiente ed efficace.


Sono del parere che parallelamente si sarebbe dovuti intervenire sulla gestione delle strutture dove il personale lavora, adeguare organico e attrezzature, affinché i tempi di attesa delle prestazioni possano essere ridotti e la gestione del paziente avvenga in un arco temporale accettabile e congruo.


È inutile mettere su questi carrozzoni, se poi non producono alcun effetto, mentre l'utenza continua a lamentarsi e i colleghi si trasformano in pungiball!




Massimo Misiti - Deputato e membro del Comitato Salute M5S