Il documento presentato ieri dal presidente Conte al presidente Draghi, in Italia, e anche in Calabria, lo si può interpretare, e spero che cosi possa essere, come un documento politico, che assume degli impegni.


La testimonianza di un "esserci" non per sé stessi, volto a sfamare la fame di potere e la ricerca di garanzia per una poltrona, ma un "esserci" per rappresentare una comunità di cittadini, un insieme di persone che sanno che la politica, la rappresentanza degli stessi è un onore ed un onere.


Esserci è dare fiducia a chi pensa, errando, che con l'astensione si possa manifestare un dissenso, esserci perché si desidera risolvere i problemi che attanagliano la comunità.


Esserci perché ci crediamo non è solo un hastag di chi cerca like, ma il credo e la manifestazione di entusiasmo di chi è rimasto e ancora ci crede.


Non sono stati cercati temi populistici di propaganda e di facile presa sugli animi consumati da informazioni pilotate da immagini di migrazioni di popoli né tantomeno di stragi e case distrutte da bombe.


Non si sono fatte minacce ma si è manifestato il disappunto di chi ha cercato di offuscare il lavoro degli altri oltraggiando la dignità di chi ha bisogno di vivere, e lo fa nel silenzio della disperazione quotidiana.


Si è parlato e si è critto del paese Italia e dei problemi degli italiani, e non c'è e non ci sarà peggior sordo di chi non vorrà sentire e non vorrà interpretare per quello che è effettivamente un nuovo corso di una forza politica che si è purificata, grazie ad emorragie dei personalismi del singolo, per lavorare con l'insieme di un tessuto organico al vivere quotidiano nel e per il paese.


Lo spirito di appartenenza ad uno Stato e la fedeltà ad una bandiera non si vivono solo nei momenti dell'entusiasmo sportivo, ma anche e in particolare, quando dal confronto si accede e si manifesta la voglia di farsi carico di una comunità.


Noi ci siamo perché ci crediamo.


Massimo Misiti - Coordinatore Regione Calabria - MoVimento 5Stelle