Strage del Camping “Le Giare” a Soverato: 13 vittime travolte dall’alluvione del torrente Beltrame
Nella notte tra il 9 e 10 settembre 2000, una violenta esondazione spazzò via villeggianti, volontari e disabili

Tra la notte del 9 e il 10 settembre 2000, una violenta alluvione causata da due giorni di pioggia abbondante scatenò l’esondazione del torrente Beltrame, situato accanto al camping “Le Giare” di Soverato. Qui si trovavano circa cinquanta persone, tra cui volontari dell’Unitalsi di Catanzaro e disabili in vacanza. Il fiume in piena travolse tutto, lasciando una scia di devastazione e causando la morte di tredici persone.
Le vittime e i dispersi
Il tragico elenco delle vittime comprende dodici persone i cui corpi furono recuperati: Ida Fabiano, Serafina Fabiano, Mario Boccalone, Raffaele Gabriele, Paola Lanfranco, Iolanda Mancuso, Giuseppina Marsico, Franca Morelli, Rosario Russo, Antonio Sicilia, Salvatore Simone e Concetta Zinzi. Tra loro anche il custode del campeggio, Vinicio Caliò, il cui corpo non è mai stato ritrovato.
Traumi, ricordi e reazioni
Sopravvissuti alla tragedia, come raccontato dai mezzi di informazione, descrivono scene da incubo. Un uomo sopravvissuto racconta di essersi ritrovato in mare aperto, travolto da macerie e fango, mentre cercava disperatamente suo fratello senza riuscirvi. Le cronache dell’epoca rievocano intere notti di disperazione, ricerca e soccorso: volontari dell’Unitalsi scavati nel fango, vigili del fuoco e protezione civile intervenuti senza sosta per salvare chi era ancora aggrappato alla speranza.
La giustizia e le pene definitive
Le indagini giudiziarie portarono alla condanna definitiva in Cassazione per omicidio colposo del proprietario del camping, di un funzionario dell’Agenzia del Territorio e di un funzionario della Regione Calabria. Le sentenze sancirono responsabilità per la collocazione del campeggio proprio nell’alveo di un corso d’acqua pericoloso in caso di piogge straordinarie.
La memoria che non muore
Ogni 9 e 10 settembre, a Soverato e nelle comunità vicine si celebrano cerimonie solenni con autorità civili, militari e religiose. Fiaccolate, letture dei nomi delle vittime e momenti di omaggio hanno lo scopo di rinnovare la memoria: non solo un sollievo commemorativo, ma un monito per prevenire nuove tragedie e garantire la sicurezza del territorio.
Un monito per il futuro
La strage del Camping “Le Giare” resta una pagina indelebile nella storia calabrese. Ricordare significa anche chiedere migliorie strutturali e una gestione del territorio più responsabile. La tragedia ha insegnato che la sicurezza ambientale, la protezione civile e la pianificazione urbana devono andare di pari passo con il rispetto della vita umana. Solo così si può evitare che una notte di pioggia torni a trasformarsi in una strage.