Orrico critica il nuovo stop al Ponte e attacca l’autonomia differenziata
La deputata M5S avverte sul rischio di ulteriori fratture per il Sud e denuncia il silenzio della classe dirigente calabrese
Il progetto del Ponte sullo Stretto incassa un’ulteriore battuta d’arresto dopo la nuova bocciatura della Corte dei Conti sulla convenzione con la società Stretto di Messina. La deputata del Movimento 5 Stelle, Anna Laura Orrico, commenta la vicenda sottolineando come il ministro Salvini e la Lega, invece di fermarsi a riflettere sulle criticità evidenziate dai magistrati contabili, scelgano di rilanciare politicamente accelerando sul percorso dell’autonomia differenziata. Una decisione che, secondo Orrico, rischia di accentuare le fratture nel Paese, mentre all’interno della stessa maggioranza emergono segnali di disaccordo e malumori.
L’avanzata dell’autonomia differenziata e le ricadute sul Sud
La deputata evidenzia come il ministro Calderoli abbia firmato nuove pre-intese con Veneto e Lombardia e si appresti a fare lo stesso con Piemonte e Liguria, una scelta che descrive come penalizzante per il Mezzogiorno. Orrico denuncia una strategia politica che, a suo avviso, avvicina l’Italia a un rischio concreto di frammentazione economica e sociale. Nel mirino anche il silenzio di figure istituzionali che dovrebbero rappresentare il Sud, come il sottosegretario Sbarra, accusato di non intervenire in un momento che definisce cruciale per il destino delle regioni meridionali.
La critica alla politica regionale e l’allarme sulla tenuta del territorio
Orrico estende poi la sua riflessione alla classe dirigente calabrese, criticando la prudenza del governatore Occhiuto e lamentando scelte che, a suo dire, rispondono più alla logica delle poltrone che a quella dell’interesse collettivo. Il riferimento è all’aumento del numero degli assessori regionali e alla reintroduzione dei sottosegretari, decisioni che la deputata interpreta come segnali di una politica distante dalle esigenze reali del territorio. Nel suo intervento, Orrico parla di un Sud “a un bivio”, lasciato senza voce nel momento in cui si decide del suo futuro.