Santa Sofia d’Epiro: un borgo arbëreshë sospeso nel tempo
Tradizioni, storia e natura in un angolo autentico della Calabria

Santa Sofia d’Epiro è un piccolo borgo di origine arbëreshë (italo-albanese) situato su un altipiano della Presila greca. Fondato nel XV secolo da profughi dell’Epiro, ha mantenuto vive le sue radici culturali: si parlano ancora la lingua albanese, si celebra il rito bizantino-greco e si tramandano costumi e usanze ancestrali.
Un paesaggio di tradizione e biodiversità
Il paese domina colline che scendono dolcemente verso la valle del Crati e si inserisce nel contesto della Riserva Naturale del Lago di Tarsia. Qui si incontrano alberi da gelso utili alla filiera della seta, foreste di castagni e querce, coltivazioni di ulivi, fichi e vigneti da cui nasce un olio e un vino di pregio.
Un centro storico unico: le “gitonie”
Il cuore del borgo è formato dalle tipiche “gitonie”, ovvero vicinati radiali organizzati attorno a piccole piazze comuni. Questa struttura unica nasce dall’antico assetto urbanistico dell’insediamento albanese ed è oggi un elemento distintivo che racconta storie di comunità e tradizione.
Tesori d’arte sacra e civica
Tra i simboli più importanti: La Chiesa di Sant’Atanasio il Grande, costruita nel 1742 in stile neoclassico con interni affrescati da un pittore cretese negli anni ’80. La antica Chiesa di Santa Sofia, edificata in epoca medievale, conserva icone realizzate da monaci basiliani dell’Abbazia di Grottaferrata. La Chiesa di Santa Venere, del XVII secolo, contiene opere del pittore albanese Josif Droboniku e una tela seicentesca raffigurante la martire. Ogni luogo sacro è punto di riferimento spirituale e culturale per la comunità.
Un patrimonio di memoria: il Museo del Costume Arbëreshë
Il Museo del Territorio e del Costume Albanese, situato nel Palazzo Bugliari, racconta la vita quotidiana e cerimoniale delle donne arbëreshë attraverso gli abiti tradizionali: dalla veste giornaliera a quella nuziale, fino al lutto, in un percorso immersivo nella memoria culturale.