Auto polizia
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Un imprenditore reggino, titolare di un distributore di carburanti, ha avuto il coraggio di denunciare un tentativo di estorsione ai suoi danni, permettendo alla Squadra Mobile di Reggio Calabria di arrestare due persone. L’intervento delle forze dell’ordine è stato possibile grazie all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip distrettuale, su richiesta del Procuratore della Repubblica Giuseppe Borrelli, dell’Aggiunto Walter Ignazitto e del Sostituto Procuratore Sara Parezzan.

La richiesta estorsiva e le intimidazioni

I fatti risalgono all’agosto 2024, quando i due soggetti arrestati avrebbero avvicinato l’imprenditore, chiedendogli di “mettersi a posto” con presunti referenti della ‘ndrangheta locale. In particolare, alla vittima venne chiesto di consegnare la somma di 120.000 euro. Di fronte a questa richiesta, l’uomo ha deciso di non cedere al ricatto e di rivolgersi immediatamente alla polizia, contribuendo così all’attività investigativa.

Furti, minacce e occupazione del suolo come strumenti di pressione

Nel corso dei mesi successivi, l’imprenditore ha subito ulteriori atti intimidatori: il furto di alcune telecamere di videosorveglianza installate nell’area del distributore, e l’occupazione abusiva dello spazio di servizio da parte di uno degli arrestati, che vi aveva collocato un gazebo per la vendita di frutta insieme a un veicolo. A ottobre, la situazione si è aggravata ulteriormente: la vittima è stata seguita fin sotto casa in un chiaro tentativo di intimidazione. L’intera vicenda è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria, che contesta agli arrestati la tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.