Il Consiglio regionale della Calabria approva la modifica dello Statuto: più assessori e sottosegretari
Il centrodestra difende la riforma, la minoranza denuncia un “poltronificio” e teme rischi per la democrazia
Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato in nottata, con i soli voti della maggioranza di centrodestra, la modifica dello Statuto regionale. La novità principale riguarda l’aumento dei componenti della Giunta, da sette a nove, e l’introduzione della figura dei sottosegretari alla presidenza. La proposta di legge era stata presentata dai consiglieri Domenico Giannetta (Forza Italia), Pierluigi Caputo (lista Occhiuto presidente), Angelo Brutto (Fratelli d’Italia), Vito Pitaro e Giuseppe Mattiani (Lega). Con questa modifica, la Calabria si allinea al Decreto legge 138 del 2011, che permette alle Regioni con popolazione fino a 2 milioni di abitanti di aumentare fino a due unità il numero di assessori previsto dalla legge.
Critiche della minoranza e difese della maggioranza
La riforma è stata fortemente contestata dalla minoranza, che ha definito “sgradevole” l’inizio della tredicesima legislatura con la creazione di quello che è stato definito un “vero e proprio poltronificio”. Giannetta ha risposto alle critiche sottolineando che l’adeguamento alla normativa nazionale è necessario per evitare conflitti, incertezze e vuoti interpretativi. Nel dibattito sono intervenuti anche altri esponenti della minoranza: Elisa Scutellà (M5S) ha affermato che “ai calabresi non interessa il numero degli assessori o dei sottosegretari”, Ernesto Alecci (PD) ha evidenziato dubbi sulla presunta invarianza finanziaria della legge e ha suggerito di utilizzare la figura del consigliere delegato già prevista dallo Statuto. Giuseppe Falcomatà (PD) ha parlato di una “stagione pericolosa dal punto di vista democratico” a causa del rischio di frammentazione dello Statuto.
Reazioni trasversali e dibattito sulle nuove figure
Altri consiglieri hanno espresso opinioni divergenti: Filomena Greco (Casa Riformisti – Italia Viva) ha definito le nuove figure “ibride e opache, con una verticalizzazione del potere”, mentre Marco Polimeni (Forza Italia) ha difeso la riforma sottolineando che permette di allinearsi a quanto avviene in molte altre Regioni italiane, anche di centrosinistra. Orlandino Greco (Lega) ha parlato di un “giusto adeguamento a una legge nazionale”. Hanno preso parte alla discussione anche Vincenzo Bruno (Tridico Presidente), Vito Pitaro, Riccardo (Noi Moderati) e Francesco De Cicco (Democratici Progressisti), contribuendo a un dibattito lungo e articolato sulle nuove disposizioni statutarie e sul futuro assetto della Giunta regionale.