Calabria: terra di arance pregiate, ma dominate dagli agrumi stranieri sulle nostre tavole
Nonostante la Calabria produca arance di altissima qualità, il mercato privilegia agrumi stranieri, penalizzando i produttori locali e mettendo in crisi una delle eccellenze della regione.

La Calabria, con il suo clima mite e il territorio fertile.
E’ una delle regioni italiane più vocate alla coltivazione degli agrumi, in particolare delle arance. Tuttavia, nonostante l’Italia sia tra i principali produttori mondiali di arance, con la Calabria e la Sicilia in prima linea, una parte significativa della produzione nazionale viene esportata, soprattutto verso i mercati del Nord Europa. Paradossalmente, questo fenomeno fa sì che una buona parte delle arance consumate in Italia provenga da altri Paesi, un trend che coinvolge anche i calabresi stessi. A confermare questa tendenza(export) è un recente report promosso dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, che evidenzia la crescita delle esportazioni di prodotti agricoli dalla Calabria pari al 60,1% tra il 2015 e il 2024, un dato che supera di gran lunga la media nazionale e quella del Mezzogiorno. Tra i settori trainanti c’è quello ortofrutticolo, con un aumento significativo delle aziende dedicate alla coltivazione degli agrumi, che ora rappresentano oltre il 15% del totale, in crescita di circa un punto percentuale fra il 2020 e il 2024.
La Calabria.
Famosa per la qualità straordinaria delle sue arance, contribuisce con varietà pregiate come il Tarocco, il Moro e il Sanguinello, apprezzate all’estero per le loro caratteristiche organolettiche uniche. Tuttavia, il mercato locale, anziché valorizzare a pieno questa eccellenza, si trova spesso invaso da agrumi provenienti dall’estero, venduti a prezzi competitivi. Questo ha portato a una situazione contraddittoria: i calabresi, produttori di alcune delle migliori arance del mondo, finiscono per consumare agrumi di origine straniera, meno freschi e talvolta di qualità inferiore.
Questo squilibrio evidenzia la necessità di rafforzare la filiera locale e promuovere il consumo interno delle arance calabresi. Investire in campagne di sensibilizzazione e nella valorizzazione del prodotto regionale potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza dalle importazioni e a favorire la circolazione di arance locali sul territorio. In questo modo, non solo si garantirebbe un sostegno maggiore ai produttori calabresi, ma si restituirebbe ai cittadini il piacere di consumare un prodotto autentico, fresco e rappresentativo della loro terra.
La Calabria
Possiede tutte le potenzialità per invertire questa tendenza, facendo delle sue arance non solo un’eccellenza per l’export, ma anche un simbolo di identità culturale e di orgoglio locale. Puntare sulla filiera corta e sulla promozione delle arance calabresi tra i consumatori interni potrebbe rappresentare un passo significativo verso una maggiore valorizzazione di questo patrimonio unico.