Un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma ha portato all’arresto di nove persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il provvedimento cautelare, emesso dal gip del Tribunale di Roma, è stato eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale nell’ambito di una complessa indagine condotta dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria.

L'organizzazione criminale

L’attività investigativa ha smascherato l’esistenza di un’organizzazione criminale radicata nei quartieri di Giardinetti, Torre Spaccata e Quarticciolo, dedita allo smercio di cocaina e hashish. Al vertice della rete, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, due cittadini italiani che gestivano in prima persona i rapporti con fornitori situati nel Nord Europa e in Calabria, dove intrattenevano legami diretti con esponenti di una cosca della 'ndrangheta. La struttura del gruppo era particolarmente articolata: contabilità illegale, una “cassa comune” per sostenere le attività, locali adibiti a deposito della merce, mezzi dotati di doppi fondi per il trasporto della droga, e l’uso sistematico di sistemi di messaggistica criptata per comunicare con fornitori internazionali, eludere controlli e ottimizzare le transazioni. Una strategia che permetteva al gruppo di evitare intermediari, aumentando i margini di guadagno.

L'indagine

Nel corso dell’indagine, i finanzieri hanno documentato il traffico di oltre 90 chilogrammi di cocaina e circa 40 chilogrammi di hashish, confermando l’elevato potenziale criminale e logistico dell’organizzazione. L’operazione rappresenta un nuovo colpo inferto alle reti di narcotraffico operanti nella Capitale, sempre più connesse con i circuiti internazionali e con le mafie tradizionali italiane, in particolare la ‘ndrangheta, ormai protagonista indiscussa nella gestione del narcotraffico europeo.