statue_rabarama_
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Sul Lungomare Falcomatà di Reggio Calabria, tre sculture di grandi dimensioni firmate da Rabarama – nome d’arte della scultrice Paola Epifani – costituiscono un esempio riconoscibile di arte contemporanea pubblica. Installate nel 2007, le opere Trans-lettera, Labirintite e Co-stell-azione sono entrate nel tessuto urbano della città, diventando parte integrante dell’identità visiva del lungomare. Le sculture rappresentano figure antropomorfe in posizioni statiche e meditative, decorate da motivi simbolici che spaziano da lettere, labirinti, costellazioni e trame geometriche. Ogni opera è un invito a fermarsi, osservare e interrogarsi.

Realizzate in bronzo e alluminio, queste opere si collocano lungo quello che viene comunemente definito “il chilometro più bello d’Italia”, sullo sfondo dello Stretto di Messina. La scelta di portare arte contemporanea in un contesto aperto e accessibile ha trasformato il lungomare non solo in un luogo di passeggio e aggregazione, ma anche in uno spazio culturale. Chi si avvicina a queste sculture, spesso le tocca, le fotografa, o vi si siede accanto, stabilendo un rapporto diretto con l’arte, lontano dalle sale museali.

Simbolismo e introspezione: il linguaggio visivo delle opere

Le tre statue di Rabarama affrontano, ognuna con il proprio codice estetico, temi legati all’identità, alla comunicazione e alla condizione umana. Trans-lettera, decorata con lettere bianche e nere che ricoprono l’intera figura, riflette sulla relazione tra linguaggio e individualità. L’opera può essere letta come un commento sulla difficoltà di comunicare, sul peso delle parole e sull’impossibilità di esprimere pienamente sé stessi attraverso i codici condivisi della società.

Labirintite propone invece un intricato sistema di labirinti verdi su fondo bianco. Il corpo umano diventa così un territorio da esplorare, un microcosmo fatto di percorsi complessi e incerti. È una metafora dell’interiorità, della ricerca personale e della confusione che spesso accompagna le scelte quotidiane. Infine, Co-stell-azione, la scultura forse più introspettiva delle tre, raffigura una figura raccolta in posizione meditativa, con il corpo ricoperto da disegni astrali. Qui, l’opera suggerisce un legame tra l’individuo e il cosmo, tra interiorità e universo, come se fosse possibile leggere il destino nel proprio corpo.

Insieme, queste sculture compongono un percorso riflessivo tra corpo, simbolo e ambiente. Il visitatore è accompagnato, passo dopo passo, in un viaggio di lettura del sé attraverso forme che restano enigmatiche ma mai fredde, capaci di evocare domande più che offrire risposte.

Dal patrimonio visivo all’urgenza del restauro

Negli anni, le opere di Rabarama sono diventate veri e propri simboli per la cittadinanza e per il turismo. Tuttavia, la loro esposizione continua agli agenti atmosferici ha reso evidente la necessità di interventi di manutenzione. Alcuni dettagli delle superfici risultano scoloriti o danneggiati, e le strutture portanti mostrano segni di degrado. A fronte di ciò, cittadini, associazioni culturali e amministrazione locale hanno avviato un dialogo per il recupero e la valorizzazione delle statue.

L’ipotesi di attivare fondi tramite l’Art Bonus o di costituire una fondazione civica per la tutela dell’opera pubblica è ancora in fase progettuale. L’artista si è espressa favorevolmente alla possibilità di contribuire al restauro, ma rimangono da affrontare questioni tecniche legate al trasporto e alla logistica, essendo le opere monumentali e integrate nel contesto urbano.

Conservare queste sculture non significa soltanto preservare un bene artistico, ma proteggere un simbolo della città, un punto di riferimento che appartiene alla memoria collettiva e alla quotidianità di chi vive e attraversa Reggio Calabria. Le opere di Rabarama parlano a chiunque si trovi davanti ad esse. È compito della comunità proteggerle per far sì che possano continuare a farlo anche in futuro.