Tra mito, miracoli e devozione popolare
Santuario della Madonna di Polsi

Il Santuario di Santa Maria di Polsi, conosciuto anche come “Madonna della Montagna”, sorge nel cuore selvaggio dell’Aspromonte, a quasi 900 metri di altitudine, in una valle profonda attraversata dalla fiumara del Bonamico. Circondato da fitti boschi e pareti rocciose, è da secoli una meta di spiritualità e pellegrinaggio. Lontano dalle rotte turistiche più battute, raggiungere Polsi è ancora oggi un’esperienza immersiva nella natura e nella devozione popolare, dove il silenzio e la spiritualità si fondono in modo potente.

Tra mito, miracoli e devozione popolare

Secondo la tradizione, il santuario venne edificato dopo il ritrovamento miracoloso di una croce nel terreno, indicato dalla Madonna a un pastore o, secondo altre versioni, al conte Ruggero. Quel segno fu interpretato come una chiamata divina a costruire un luogo sacro. Da allora, ogni anno migliaia di fedeli si mettono in cammino verso Polsi, specialmente nei giorni che precedono il 2 settembre, festa della Madonna, e il 14 settembre, dedicato alla Santa Croce. Il pellegrinaggio è ancora oggi accompagnato da riti antichi, canti devozionali e gesti che mescolano cristianesimo e tradizioni arcaiche.

Arte, architettura e spiritualità basiliana

Il santuario, sorto su fondamenti monastici bizantini, conserva la sua impronta spirituale e artistica. La chiesa, a tre navate, presenta decorazioni barocche e un suggestivo soffitto a cassettoni dorati. All’interno si conservano due statue della Madonna: una in tufo del Cinquecento, dall’espressione intensa e penetrante, e una lignea utilizzata durante le processioni. Nel complesso, si respira un’atmosfera di raccoglimento che richiama le radici del monachesimo italo-greco. La bellezza austera dell’architettura e la posizione remota contribuiscono a renderlo un luogo carico di fascino e spiritualità.

Pellegrinaggio, folklore… e contraddizioni

Ogni anno, il Santuario di Polsi accoglie migliaia di pellegrini provenienti da tutta la Calabria e da altre regioni del Sud Italia. Il cammino verso il santuario non è solo un’esperienza religiosa, ma anche culturale e identitaria. Le celebrazioni si accompagnano a elementi di folclore popolare: danze, musiche, fuochi d’artificio, offerte simboliche. Tuttavia, la storia recente ha visto emergere anche ombre: negli anni, il sito è stato coinvolto in vicende di cronaca legate alla criminalità organizzata, che ne ha tentato la strumentalizzazione. Nonostante ciò, Polsi resta un simbolo potente della fede calabrese, dove la sacralità resiste alle distorsioni e continua a parlare al cuore dei devoti.