Il tragico caso di Lorenzo Crosetto: imprenditore rapito e lasciato morire nello scandalo del racket agrumicolo
Nel luglio 1981 Lorenzo Crosetto viene rapito a Torino da esponenti della ‘ndrangheta legata al traffico di agrumi: il corpo ritrovato solo dopo due anni

La sera del 3 luglio 1981, Lorenzo Crosetto, imprenditore di 61 anni con attività a Torino, fu rapito mentre si trovava nel bar dove era solito giocare a scopa. L'uomo era stato vittima di una spedizione criminale orchestrata da una banda riconducibile alla ‘ndrangheta calabrese. I rapitori chiesero un riscatto di circa 672 milioni di lire, somma che fu prontamente versata dalla famiglia. Nonostante il pagamento, Crosetto non fu mai liberato e la sua sorte cadde nell’oblio.
Il corpo ritrovato dopo quasi due anni
L’orrenda vicenda proseguì senza esito per lungo tempo. Il corpo di Crosetto fu ritrovato solo il 31 maggio 1983, in una baracca precaria nella campagna astigiana, in uno stato di grave decomposizione. Le condizioni del corpo e l’ambiente soffocante, dove le temperature estive superavano i 50 °C, testimoniavano una morte lenta, segnata da abbandono. Le autorità appurarono che l’uomo non era sopravvissuto alle privazioni anche dopo il pagamento del riscatto.
Il contesto criminale: mafia calabrese al Nord
Il rapimento e l’omicidio di Lorenzo Crosetto si inseriscono in un contesto più ampio di infiltrazione delle cosche calabresi nei territori del Nord Italia, specie nei traffici agrumicoli controllati da criminalità organizzata. La vittima, residente a Torino ma originaria dell’Italia meridionale, rappresentava un messaggio verso chi osava trattare con gli agrumicoltori della Piana di Gioia Tauro, cartelizzati dalla ‘ndrangheta.
Un delitto senza giustizia: impunità e silenzio
Nonostante il riscatto versato e l’importanza simbolica del crimine, nessuno fu mai condannato in via definitiva per il rapimento di Crosetto. L’inchiesta rimase a lungo congelata, e il caso si trasformò in un drammatico esempio di omicidio non risolto. Il ritrovamento del corpo, pur tragico, non portò alla giustizia: molti degli imputati rimasero impuniti o sfuggirono a giudizi certi.
Una memoria dolorosa della violenza mafiosa
L’omicidio di Lorenzo Crosetto si colloca tra le pagine più oscure della storia delle vittime innocenti della mafia ‘ndranghetista. Oltre a essere uno dei primi casi di rapimento a scopo di riscatto legato alla criminalità calabrese, il suo esito segnò anche l’assoluta mancanza di tutela e giustizia. Ancora oggi, quell’episodio è ricordato come un simbolo della ferocia criminale che ha coinvolto persone estranee al potere mafioso.